Welfare

La dodicesima profezia

di Flaviano Zandonai

Essendo a fine anno e alle porte di un 2012 che promette male da svariati punti di vista (dai Maya allo spread BTP/Bund) viene naturale leggere l’oroscopo e raccogliere previsioni. Per l’oroscopo consultare Mainograz, mentre per le previsioni l’oracolo è Nesta, prestigioso think tank inglese che ha da poco pubblicato dodici predictions per l’anno a venire. L’ultima è firmata da Geoff Mulgan, influente ispiratore della politica europea in materia di innovazione sociale. Secondo Mulgan nel 2012 sarà la frugalità a fare da linea guida all’innovazione sociale, in un duplice senso. In primo luogo guardano al carattere low cost di molte progettualità che innovano socialmente, in contrasto con i budget stellari degli investimenti in innovazione in altri campi (la ricerca applicata, la difesa, ecc.). In secondo luogo l’innovazione sociale dovrebbe sostenere iniziative innovative in campo sociale basate sulla frugalità: scambi non economici, consumi collettivi, contributi volontari e in kind ecc. Suggerimenti tempestivi anche perché giungono all’apice del processo di istituzionalizzazione del fenomeno, quando, ad esempio, la Commissione Europea e alcuni governi nazionali (inglese in primis) dichiarano di voler investire importanti risorse economiche a cofinanziamento di fondi privati espressamente dedicati all’innovazione sociale. E’ forse per questa ragione che riemerge da più parti il carattere “grassroot”, di base che connota queste iniziative. E’ di qualche giorno fa un interessante post di Alberto Masetti-Zannini, fondatore di The Hub, che delinea un modello a “tre effe” a supporto dell’innovazione sociale: famiglia, amici (friends) e folli. Altro che Venture Capitalist! Sono tutti soggetti, folli compresi, che si ingaggiano più facilmente attraverso relazioni informali e, spesso, a corto raggio. Ed è proprio sul valore locale dell’innovazione sociale che si sofferma anche un interessante libro uscito qualche mese fa e dedicato a uno strano figuro: il locavestor. Un investitore che punta su business locali a forte radicamento comunitario. Un pò come fanno i sempre più numerosi “locavori” che mangiano l’insalata a km0. Tutte indicazioni molto interessanti. Anche per cooperative sociali che della frugalità e del localismo hanno smarrito le tracce fagocitate da costi standard e sistemi di accreditamento. Buon anno!


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