Sarà merito della crisi che rende alcuni più poveri e quasi tutti percettivamente impoveriti e quindi vittime di ingiustizie; o sarà merito della buona tempestività e chiarezza nella comunicazione utilizzata da Oxfam Italia; oppure ancora della scarsa curiosità e capacità di scavare a fondo dei media italiani che di fronte agli avvenimenti internazionali sanno solo ripetere a pappagallo quello che i leader o le grandi agenzie dicono. E a pappagallo hanno ripetuto anche i dati e (poco delle) analisi fornite da Oxfam alla vigilia del World Economic Forum di Davos.
Sarà un caso, ma stavolta la diseguaglianza ha fatto notizia. Lunedì 18 gennaio Oxfam ha pubblicato un rapporto dal titolo “Un’economia a servizio dell’1 per cento”. Nel rapporto si legge che l’1 per cento della popolazione mondiale possiede più del restante 99 per cento. Per Oxfam i dati dimostrato che “viviamo in un mondo in cui la disuguaglianza ha raggiunto livelli senza precedenti da oltre un secolo”.
La notizia ha rimbalzato in modo impressionante, quasi oscurando, almeno in Italia, quella del Forum di Davos stesso di cui si è commentata soprattutto l’assenza di Matteo Renzi. La pubblicazione del rapporto è accompagnata da una ottima campagna in cui si mette in rilievo che l’impoverimento è l’altra faccia dell’assurdo e ingiusto arricchimento che trova carburante anche e soprattutto nelle privilegiate oasi dei paradisi fiscali.
E se fino a qualche anno fa diseguaglianza e paradisi fiscali erano una fissa di alcune campagne e ong, oggi pare che qualche passo avanti si sia fatto ed è una bellissima notizia che va letta in chiaro/scuro con gli scandalosi dati che Oxfam rimbalza. Nonché con le dinamiche che il suo studio ha fatto emergere, riuscendo a comunicarle bene per la prima volta, almeno nel nostro Paese.
Perché non sono tanto ricchezza e povertà le categorie per spiegare il nostro tempo, quanto le dinamiche a cui si rifanno: arricchimento, impoverimento e tutto quello che c’è dietro: uno scandalo planetario in cui la polarizzazione, smisurata e sconfinata, della ricchezza sta assumendo dimensioni assurde e che nemmeno il pensiero dominante -il pensiero unico- riesce più a giutificare. Ed è per questo che anche i media hanno trovato il coraggio di dirlo.
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