Volontariato
La disabilità diventa notizia solo se raccontata a tinte forti
Rilettura a mente fredda del caso lanciato dal sito di Repubblica
Uno scrittore denuncia maltrattamenti verbali a un disabile romeno sull’Eurostar Bari-Roma. Un racconto verosimile anche se a tratti di cattivo gusto. Sul web si scatena l’indignazione collettiva. Abbiamo provato a riavvolgere il film dell’episodio, fotogramma per fotogramma. Le sorprese non mancano… Ecco un caso esemplare di cosa può succedere quando una vicenda di cronaca in presa diretta viene raccontata al grande pubblico di un quotidiano on line. Una storia che fa riflettere sull’informazione e sui diritti delle persone con disabilità, ma più in generale sui rapporti fra regole, burocrazia e cittadini utenti di un servizio pubblico. Repubblica.it ospita il 27 dicembre scorso la denuncia di Shulim Vogelmann, giovane scrittore nato a Firenze, di cultura ebraica e cittadinanza anche israeliana, testimone di un trattamento discriminatorio nei confronti di un viaggiatore disabile in treno.
Un racconto a tinte forti, pieno di particolari. La storia diventa immediatamente una delle notizie più commentate e riprese da giornali (tra cui lo stesso quotidiano La Repubblica), tv e radio a fine d’anno. È un caso esemplare che merita di essere smontato e riraccontato pezzo per pezzo. Perché la buona informazione è più costruttiva anche dell’indignazione.
Leggiamo infatti in un altro articolo di Repubblica.it, «secondo quanto scrive un testimone, l’atteggiamento degli altri passeggeri non è stato affatto indifferente. “Sono uno dei passeggeri che si trovava accanto al ragazzo nel famigerato viaggio – si legge in uno dei commenti -. Mi permetto di rettificare l’articolo (?). È vero, la ragazza e i due agenti della Polfer saliti alla stazione di Foggia si sono rivolti al giovane romeno con toni francamente evitabili, ma parlare dell’indifferenza dell’intero vagone è assolutamente scorretto – conclude -. Su richiesta della ragazza è infatti intervenuto un altro controllore e il suo comportamento è stato ineccepibile. Ha evitato che il ragazzo disabile pagasse la tratta precedente (a suo rischio) e si è impegnato personalmente a comprargli il biglietto con la modalità self service senza ulteriori sovratasse”».
Nel medesimo articolo il quotidiano on line dà conto della versione delle Fs: «Il viaggiatore non è mai stato fatto scendere dal treno, il biglietto gli è stato acquistato a Foggia dal personale di bordo. Il Gruppo Fs è da sempre attento e sensibile ai diritti dei diversamente abili».
La capotreno in servizio sull’Eurostar 9354 Bari-Roma di domenica 27 dicembre, durante le operazioni di controllo dei biglietti ha riscontrato che un viaggiatore privo del braccio sinistro ma in grado di parlare in modo corretto, era senza biglietto. L’ha quindi informato delle regole di ammissione sul convoglio. «Considerata la particolare condizione del passeggero», si legge sul comunicato ufficiale delle Fs, «risulterebbe che la Capotreno si sia ulteriormente attivata per consentire al cliente di proseguire il viaggio sullo stesso treno e senza alcuna sanzione. Per questo è scesa durante la sosta a Foggia provvedendo a recarsi in biglietteria e acquistando il biglietto per conto del passeggero».
Questa versione coincide con le precisazioni e le rettifiche già espresse dai lettori di Repubblica.it, ma non viene inserita nel corpo del primo articolo, quello di denuncia del fatto, e così i commenti continuano a essere raccolti senza posa, contribuendo a creare il convincimento che sia avvenuta una grave e inaccettabile discriminazione.
E più avanti: «Articolando le parole con grande difficoltà, riesce a mormorare una frase sconnessa: “No biglietto, no fatto in tempo, handicap, handicap”. Con la bocca (il collo si piega innaturalmente, le vene si gonfiano, il volto gli diventa paonazzo) tira fuori dal taschino un mazzetto di soldi». E, infine: «Il ragazzo farfugliando le dice di non avere altri soldi, di non poter pagare nessun sovrapprezzo, e con la voce incrinata dal pianto per l’umiliazione ripete “Handicap, handicap”.
Insomma, una descrizione alquanto indelicata ma strappacuore. Giusto quello che serve per guadagnarsi l’home page del quotidiano on line e il link in centinaia di profili di Facebook e note di commento sdegnato, da parte di lettori in buona fede ma privi, in buona misura, di un punto di osservazione critico.
L’incarrozzamento delle sedie a rotelle spesso è garantito da mezzi obsoleti o non funzionanti. Ora bisogna prenotare con due giorni di anticipo, il che oggettivamente discrimina rispetto agli altri viaggiatori. E se non si è del tutto incapaci di mobilità autonoma, ma si è comunque con una disabilità motoria consistente, non si può usufruire neppure della Carta Blu. I disservizi inoltre rientrano in un giudizio complessivo scadente sulla qualità e sulla omogeneità del trattamento da parte delle Ferrovie. Un problema dunque che riguarda tutti, non solo le persone con disabilità.
Quel viaggiatore (forse) senza mani e senza braccia è ora scomparso nel nulla, e nessuno lo ha davvero aiutato a essere consapevole della sua cittadinanza. Ma tutti sono convinti di aver solidarizzato con lui, e si mettono il cuore in pace. Fino alla prossima indignazione.
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