Non profit

La diffidenza è finita, italiani innamorati dei farmaci generici

Crescono i consumi e arrivano nuovi prodotti

di Chiara Cantoni

Il 91% delle italiane li conosce e l’87% sa che la differenza non sta nell’efficacia ma nel prezzo. Solo una minoranza, il 12,6%, li considera ancora medicinali di serie B. Rimasto al palo per un decennio, il mercato dei farmaci generici trova oggi una valida sponda nell’alleato femminile: 45-54enni soprattutto, in gran parte madri di famiglia, principali artefici nella scelta dei medicinali adottati fra le mura domestiche.
L’indagine, presentata a Milano lo scorso dicembre dall’Onda – Osservatorio nazionale sulla salute della donna, parla chiaro: il farmaco unbranded piace alle mamme. Ma, a dirla tutta, non dispiace neppure all’altra metà dell’universo: secondo i dati raccolti nel 2009 da Research International per Rathiofarm, il 45% degli italiani (1.002 quelli intervistati) chiede ormai spontaneamente la sostituzione del prodotto griffato con il generico corrispondente, contro il 24% di soli due anni fa.
Merito dei medici di famiglia, che li prescrivono una volta su due; ma soprattutto dei farmacisti, che li propongono in otto casi su dieci, spiegandone la sostanziale equivalenza coi cugini di marca: stesso principio attivo, stessa efficacia. Unica differenza il prezzo medio, inferiore del 20-40% trattandosi di brevetti scaduti per i quali le aziende produttrici non devono più sostenere costi di sperimentazione. «L’inversione di tendenza nel gradimento degli unbranded è positivo», afferma Giorgio Foresti, presidente di AssoGenerici. «Ma in Italia l’incidenza dei prodotti off patent sul mercato farmaceutico è ancora limitata rispetto a quella dei principali Paesi europei, dove i medicinali senza protezione brevettuale rappresentano il 60% delle unità vendute, contribuendo per il 40% della spesa e generando risparmi annuali per 18 miliardi di euro. Se il Belpaese incrementasse la percentuale in volume al livello della media continentale, otterrebbe risparmi sulla spesa sanitaria di 1,14 miliardi su base annua». Con mille grazie dal Servizio sanitario nazionale, ma anche dai bilanci famigliari, con risparmi di almeno 60 euro l’anno.
Da sempre in prima linea nella partita dei medicinali low cost, i 500 farmacisti soci di Unifarm hanno da poco lanciato la nuova linea di farmaci da banco Farmakopea: una gamma completa di 16 referenze (compresse e bustine effervescenti, pastiglie, sciroppi, supposte), regolarmente registrate al ministero della Salute, che risponde alle più frequenti domande di salute dei cittadini: dall’Istantal (acido acetilsalicilico + acido ascorbico a 2,90 euro) al Paracetamolo (2,90 euro), al Subitene (ibuprofene, 3,90 euro). Stessi principi attivi dei medicinali “griffati” più comuni (Aspirina, Tachipirina, Moment), ma al prezzo dei generici. «Pensata per rispondere alle sfide del mercato e delle liberalizzazioni, la gamma ha richiesto oltre 4 anni di lavoro e un impegno economico di 3 milioni», spiega il presidente di Unifarm, Giorgio Trotter. «La registrazione di un medicinale è una procedura complessa, che richiede investimenti importanti ma soprattutto competenze tecnico-scientifiche e conoscenza del mercato. La linea Farmakopea, già disponibile nelle farmacie del Triveneto e presto in tutta Italia, è un’opportunità di risparmio per i pazienti, conservando l’assoluta garanzia di qualità e sicurezza».

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