Politica

La depressiONU / Un fallimento annunciato. Ma qualche passo è stato fatto

Sicurezza e relazioni internazionali sono il suo pane quotidiano. Intervista a Filippo Andreatta, professore di Scienza politica all’università degli Studi di Bologna

di Joshua Massarenti

Sicurezza e relazioni internazionali sono il suo pane quotidiano. Al pari dei suoi colleghi, Filippo Andreatta, professore di Scienza politica all?università degli Studi di Bologna, ha fiutato il fallimento della grande kermesse onusiana. Non senza convincersi che dal Palazzo di Vetro qualcosa di positivo è venuto fuori. Vita: Il fallimento delle Nazioni Unite sanciscono la fine del multilateralismo? Filippo Andreatta: No. C?è stato il rischio che nessun documento venisse approvato, ma alcune riforme, come quella sulla Commissione per la costruzione della pace e per la responsabilità di proteggere i civili, sono passate. Vede, quando ad opporsi sono solo in due, allora è più facile fare compromessi. A New York, invece, gli schieramenti erano incrociati e per di più sovrapposti. Con la conseguenza di aver provocato divisioni asimmetriche che hanno impedito l?adozione di una riforma ambiziosa. Vita: Passiamo in rassegna questi schieramenti? Andreatta: Sulla riforma in sé, ha prevalso la contrapposizione tra Nord e Sud del mondo. Questo perché i Paesi in via di sviluppo hanno concentrato la loro attenzione sui temi economici, quindi il rilancio dei Millennium goal e il raggiungimento dello 0,7% del Pil. Al contrario, il Nord era più concentrato sulla sicurezza. Ma proprio sui temi della sicurezza c?è stata una divisione importante sul terrorismo che ha opposto le democrazie del Nord e del Sud, desiderose di avere una definizione precisa del terrorismo, ai Paesi arabi, favorevoli invece a una maggiore discrezionalità. Una simile divisione si è verificata sul Consiglio dei diritti umani, rispetto al quale si sono contrapposti gli Stati democratici e quelli non democratici, contrari a qualsiasi ingerenza nei loro affari interni. Infine, problemi sono sorti sulla nozione di guerra preventiva. Ma non era una novità. Vita: Possiamo parlare di morte definitiva dell?Onu? Andreatta: No. Una risposta è stata data al problema cruciale dell?ingerenza introducendo un duplice diritto che limita la sovranità a quei Paesi che violano sistematicamente i diritti umani. Mi riferisco al diritto delle popolazioni a essere governate in modo adeguato e al diritto della comunità internazionale di intervenire. Vita: Le sfide per domani? Andreatta: Quella di mantenere uno spirito multilaterale all?interno del Consiglio di sicurezza. Ce lo dimostra il pantano iracheno. Ormai Bush è convinto che da soli non si va da nessuna parte.


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