Non profit

La democrazia degli egoisti

La domanda che la società civile si pone oggi é la seguente: esiste ancora qualcosa che sia un bene per tutti?

di Riccardo Bonacina

“Tuo marito è geloso? Fagliela pagare”, «il tuo ragazzo non ti fa mai un regalo? Fagliela pagare», «tuo padre ti stressa? Fagliela pagare». Il creativo che ha ideato il riuscito claim di Vodafone per la tariffa You for Me, è riuscito in quattro parole a rappresentare il dogma sociale che si va affermando. Succede spesso che la pubblicità ci dica della realtà che viviamo più di cento editoriali. La pubblicità legge così bene, e in anticipo, la realtà che finisce col determinarla, influenzando l?immaginario dei popoli e di conseguenza determinandone i comportamenti. Il nuovo dogma sociale prevede che si dia libero sfogo agli egoismi individuali e di ?banda?. I dizionari definiscono egoistico l?atteggiamento di coloro che perseguono il proprio utile senza curarsi di quello altrui. Se è possibile siamo andati ancor più in là: oggi si afferma il proprio particolare tornaconto seppur sia evidente che il prezzo sarà pagato dagli altri. Non principalmente a Rozzano (su cui i media hanno infierito), ma anche nelle vie della moda, nei normali condomini o nei quartieri residenziali delle città, nei palazzi del potere. È come fosse sparito (per sempre?) quel territorio in cui tutti, nella diversità di culture e di identità, riconoscevano un bene comune, che valeva la pena incrementare, curare, perché utile a ciascuno e per ciò utile anche per sé. Non molto tempo fa l?Assemblea dei vescovi italiani avvertiva chi detiene le leve del potere: «Il popolo non è più sicuro che questo principio meriti la sua fiducia. Sente che viene messo in discussione nella teoria e ignorato nella pratica. Questa perdita di fiducia nel concetto di bene comune è uno dei fattori principali che spiegano il sentimento di pessimismo della nazione. Rivela l?indebolimento del senso della mutua responsabilità e il declino dello spirito di solidarietà, lo sgretolarsi del cemento che unisce gli individui. Né ci può essere un ideale sociale capace di motivare l?azione solidale se la giustizia viene percepita in termini soltanto contingenti». Santo richiamo, sia detto senza ironia. Perché c?è chi ha più responsabilità di altri. Se diventa non solo legittimo, ma addirittura legale affermare il proprio vantaggio è ovvio che le regole le detteranno i prepotenti, i più attrezzati, i più forti. Così le spiagge diventano balneabili solo perché i più forti impongono che si rimuovano i cartelli di divieto, le fideiussioni taroccate di società calcistiche diventano regolari per decreto, i falsi in bilancio vengono cancellati per legge, si condonano le evasioni fiscali e le speculazioni edilizie. A colpi di legislazioni ?in deroga? il bene comune, necessario alla tenuta sociale di un paese, pare non avere più luogo, visibilità. E la politica è sempre più patetica nel suo sforzo di cercare l?impossibile equilibrio tra gli egoismi di troppi. Viviamo in una democrazia degli egoismi. Cantava Gaber: «Quando non c’è nessuna appartenenza, la mia normalità, la mia sola verità è una gran dose di egoismo magari un po? attenuato da un vago amore per l?umanità». Nei Meeting delle diverse organizzazioni della società civile risuona la domanda: «Esiste ancora qualcosa che sia un bene per tutti?». E nessuna questione ci sembra così sensata e urgente.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA