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La data di scadenza sulla punta della dita

Il Senato ha approvato la proposta di legge che impone sui medicinali scritte e numeri leggibili dai non vedenti. Nulla di fatto per i foglietti che contengono le istruzioni

di Redazione

Entro i primi sei mesi del 1998 tutte le confezioni di medicinali dovranno riportare anche le scritte in Braille, l?alfabeto in rilievo che permette ai non vedenti di riconoscere parole e numeri. La proposta di legge è stata approvata dalla commissione Bilancio del Senato e presto sarà discussa alla Camera. Le aziende farmaceutiche sono già al lavoro per adeguare i macchinari e trovarsi pronte al momento dell?entrata in vigore della legge. Per le circa 100 mila persone che in Italia hanno seri problemi di vista (30-40 mila sono i ciechi assoluti), potrebbe costituire un passo importante verso la definitiva abolizione di alcune barriere che ancora separano i portatori di handicap dalla possibilità di vivere una vita normale. «Ma stiamo parlando solo del nome del medicinale e della sua data di scadenza», rispondono dall?Associazione nazionale privi di vista. E accusano il ministero della Sanità di non aver affrontato il problema del libretto delle indicazioni. «Con questa proposta di legge facciamo un passo avanti, ma davvero piccolissimo», dicono all?Associazione privi di vista. «Noi, per cercare di risolvere il problema della posologia dei medicinali, abbiamo proposto di stampare un volume in Braille con tutte le indicazioni sui farmaci di più largo consumo. Questo ?brogliaccio? potrebbe essere distribuito nelle farmacie e dato ai non vedenti che, per la prima volta, acquistano qualche farmaco in quel negozio». Il cieco potrebbe così consultarlo indipendentemente, e le case farmaceutiche non sarebbero costrette a grandi spese per inserire in ogni medicinale il foglio in Braille. Qualsiasi progetto di stampa deve fare i conti con le maggiori spese per la realizzazione di un prodotto in Braille. Basti pensare al fatto che un libro per non vedenti è circa tre volte superiore, nel numero delle pagine, di un libro normale e che spesso, per essere trasportato e consultato, va diviso in più volumi.

Andrea Clerici


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