Non profit

La danza di Dora

In Brasile una scuola di ballo insegna alle ragazzine a vivere oltre che a stare sulle punte

di Carlotta Jesi

Il ballo non è mai stato un passatempo, per Dora Isabel do Araujo Andrade. All?inizio, era una materia da studiare: fra le scuole di Brasilia e quelle degli Stati Uniti, ci ha dedicato sette anni. Quindi è diventato un lavoro: ben pagato e applaudito in tutti i teatri del mondo. Nel ?92, infine, uno strumento di lotta all?esclusione sociale. A 34 anni, Dora getta al vento fama e carriera per tornare nella natìa Fortaleza e aprire Edisca, acronimo per Scuola di danza e integrazione sociale per bambini e adolescenti. Una scuola di ballo per ragazzine dai 6 ai 19 anni dove si impara a vivere oltre che a stare sulle punte. Dove lo stretching, oltre che i muscoli, allunga l?aspettativa di vita, i sogni e la possibilità di trovare un lavoro.
Dora lo mette in chiaro fin dalla prima lezione: «Chi vuole ballare con me, deve imparare anche a leggere, a scrivere e prendersi cura di se». Nelle favelas di Fortaleza, chi è analfabeta e non sa ballare ha solo un?alternativa: prostituirsi. Per questo, invece del Lago dei cigni, sul palcoscenico le ballerine di Edisca portano il dramma di chi vive sulla strada. Da cui, finora, sono sfuggite quasi tutte le bambine povere che hanno imparato la danza della vita della Andrade. Una formula di lotta all?esclusione sociale che si è rilevata vincente: cinque scuole simili sono state aperte in altrettante città. Dalle baraccopoli, per il momento, si esce solo a passi di danza.

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