Mondo

La Danimarca confisca i beni ai migranti. Ai Weiwei chiude la mostra

L’artista dissidente cinese manifesta con un gesto eclatante contro la riforma sul diritto d’asilo adottata dal Parlamento danese. L’esposizione intitolata ‘Ruptures’ alla Fondazione Faurschou avrebbe dovuto chiudere in aprile

di Lorenzo Maria Alvaro

L’artista dissidente cinese Ai Weiwei ha deciso di chiudere la sua esposizione a Copenhagen per protestare contro la riforma sul diritto d’asilo adottata dal Parlamento danese.


Il testo appena approvato è oggetto di dure critiche da parte delle Nazioni Unite, del Consiglio d’Europa e delle organizzazioni per il rispetto dei diritti umani. Prevede tra l’altro il sequestro dei beni dei rifugiati per finanziare il loro soggiorno in Danimarca e l’allungamento dei tempi per il ricongiungimento familiare da 1 a 3 anni.

A Copenhagen, alla Faurschou Foundation era in corso un’esposizione, “Raptures”, inaugurata nel marzo 2015 e che sarebbe dovuta rimanere aperta fino all’aprile 2016, ma che invece chiuderà i battenti in anticipo. Anche il direttore della galleria d’arte, Jens Faurschou, dal sito della fondazione, sostiene la decisione dell'artista e si rammarica che il parlamento danese non abbia scelto di essere in prima linea in Europa per risolvere la crisi umanitaria in corso e abbia deciso invece di percorrere una linea politica disumana.

«Quando mi sono svegliato oggi non mi aspettavo di ottenere quella chiamata», ha raccontato Jens Faurschou al Guardian, «Ma non sono stato sorpreso dalla sua reazione. Mi ha chiamato da una spiaggia di Lesbo, dove sta girando un documentario sui profughi in arrivo dal Medio Oriente», ha continuato il direttore, spiegando di non aver provato a dissuaderlo. Sulla stessa isola di Lesbo, in Grecia, l’artista ha in progetto di costruire un memoriale per i profughi annegati nel tentativo di raggiungere l’Europa.

L’artista non è la prima volta che esprime il suo dissenso. Per le sue posizioni critiche contro il governo cinese ha scontato 3 mesi di carcere nel 2011 e poi è stato privato per 4 anni del passaporto. Da alcuni mesi lavora alla realizzazione sull’isola di Lesbo di un memoriale per le vittime delle traversate nel Mediterraneo.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.