Non profit

La + Dai – Versi ha conquistato il punto 8

La legge è nel pacchetto messo a punto dal governo per rilanciare l’economia. Udc e Intergruppo per la Sussidiarietà spingono.

di Ettore Colombo

L?Udc ci crede e ci lavora alacremente, l?Intergruppo per la Sussidiarietà anche, e scrive al premier e al ministro dell?Economia per chiedere un intervento urgente. L?opposizione invece scuote la testa scettica, pur sperando in segreto che quel che s?invoca da tempo alla fine si faccia. Giacché, ciò che invocano 100mila cittadini, 30mila realtà non profit e più di 200 parlamentari d?ogni schieramento non è né di destra né di sinistra. Si tratta di misura necessaria, sensata, europea: introdurre finalmente anche da noi la deducibilità delle donazioni al non profit. Punto. «La competitività si identifica spesso solo come rilancio industriale, ma è necessario puntare anche sullo sviluppo della libertà familiare e sull?impresa sociale», dice il capogruppo dell?Udc alla Camera, Luca Volontè, dando seguito all?impegno del vicepremier Follini, che aveva assicurato con interviste e interventi che la +Dai -Versi sarebbe entrata nel decreto legge governativo sulla competitività. Misura che però staziona ai nastri di partenza dall?inizio di gennaio e che oggi sfoggia come unico vanto esibibile un nuovo titolo: Interventi per lo sviluppo economico, territoriale e settoriale, e un documento preliminare che, dopo battibecchi tra ministri, incontri affollati con le parti sociali, e polemiche varie, prevede un indice di 10 punti, o capitoli. Al punto 8 c?è scritto nero su bianco: «Occupazione e Protezione sociale: misure per la previdenza complementare e trasferimento del tfr nei fondi pensione e per la deducibilità delle donazioni alle onlus». Anche se si tratta ancora di un decreto legge più che mai in bozza, la notizia c?è. Ora bisognerà capire la solidità dell?indice e dell?intesa raggiunta su di esso, e soprattutto, cosa verrà scritto in quei capitoli. Senza dire che il governo è di fronte a un dilemma: tirarla ancora per le lunghe sino ad agganciare il decisivo vertice dei capi di Stato dell?Unione che si terrà a marzo, oppure approvare subito un decreto legge con le misure più urgenti previste dall’indice preliminare di cui sopra (si parla di 500 milioni di euro come stanziamento minimo) e demandare a un disegno di legge tutto il resto, ridiscussione del patto di stabilità in testa. Il pallino è in mano al ministro dell?Economia, Siniscalco e a pochi altri: il ministro del Welfare, Maroni, il ministro alle Politiche agricole, Alemanno, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, che ha personalmente assicurato di avere a cuore il punto 8 del decreto. «Formuleremo le nostre proposte riprendendo la proposta di legge n. 3459», assicura Volontè. D?accordo, ma come sperare che la deducibilità fiscale delle donazioni alle onlus entri, in un quadro complessivo così incerto, dalla finestra del decreto sulla competitività dopo che è uscito dalla porta della Finanziaria? L?opposizione ulivista nutre seri dubbi. «Non abbiamo la sveglia al collo», ripete a Vita ironico e severo uno dei suo ideatori e primo firmatario, l?onorevole Giorgio Benvenuto (Ds). «Ancora mi devono spiegare perché a quel testo hanno negato la legislativa dopo che era stato approvato all?unanimità dalla commissione Finanze. La +Dai -Versi l?hanno bocciata in Finanziaria a causa di troppi ostruzionismi e ambiguità, ora Follini la promette nel decreto sulla competitività ma nutro dubbi che ciò davvero accada. Comunque, come i cinesi mi siedo sulla riva del fiume e aspetto». L?altro firmatario della prima ora con Benvenuto della proposta di legge, l?azzurro Giorgio Jannone, tende invece a prestar fede all?impegno di Follini e all?accordo raggiunto dalla sua maggioranza intorno all?indice preliminare e crede che «la nostra legge entrerà nel decreto». Anche l?azzurro Maurizio Lupi, che dell?Intergruppo per la Sussidiarietà è tra i motori, ne è convinto: «L?ho vista con i miei occhi scritta nero su bianco sulla bozza del decreto, quella legge», taglia corto e sicuro. E Realacci, deputato della Margherita e nello stesso intergruppo, ritiene che «l?importante sia portarlo a casa, quel benedetto provvedimento».


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