Welfare

La cura del futuro? Big Data, palestre 2.0 e cloud

Un viaggio, sul numero di VITA in distribuzione, negli Istituti clinici scientifici Maugeri, la società benefit che ha la sede principale a Pavia e si occupa di medicina riabilitativa usando robotica e intelligenza artificiale

di Redazione

In che modo la tecnologia entra in un gruppo sanitario come quello degli Istituti clinici scientifici Maugeri? In Italia la società benefit che ha la sede principale a Pavia, dove è nata dalla Fondazione Maugeri, conta 18 istituti e si occupa di medicina riabilitativa (particolarmente della disabilità derivante da una patologia o da un trauma) e di cura del paziente cronico. È quindi un ottimo avamposto per inquadrare come una rete di ospedali applichi la robotica e l’intelligenza artificiale.

Big data
Ordinario di bioingegneria all’università di Pavia, Riccardo Bellazzi dirige il laboratorio di ricerca in Bioingegneria dell’Irccs Maugeri di Pavia. Insieme a un pool di altre 4 persone raccoglie, elabora, analizza e rilascia dati in modo centralizzato su circa 60mila pazienti. In particolare, nel contesto del progetto europeo Mosaic, si occupa di diabete, con l’obiettivo di prevedere l’evoluzione della malattia e rendere maggiormente efficaci i trattamenti. In che modo? «Lo studio di una mole così rilevante di numeri impatta sul lato della ricerca, ma anche su quello prettamente medico», spiega Bellazzi. Che precisa: «Avere la possibilità di incrociare i dati clinici sui percorsi di cura con le informazioni sui consumi farmacologici che recepiamo dal sistema sanitario consente al medico di gestire un cruscotto di indicazioni in grado di supportare le decisioni terapeutiche». Così facendo è presumibile che il tasso di efficacia delle cure si possa alzare. Ma la sperimentazione non si ferma a questo punto. L’équipe di Bellazzi infatti sta gestendo anche il monitoraggio domiciliare di 10 malati di diabete di tipo 1. Ai dati sanitari e farmacologici si aggiunge così un terzo elemento, quello dei dati domestici raccolti attraverso un sensore (fitbit) in grado di misurare costantemente i tassi glicemici. Il prossimo step? «Estendere il modello del monito- raggio multiparametrico ad altre patologie come la broncopneumopatia cronica ostruttiva o le patologie cardiologiche», chiosa Bellazzi.

La palestra 4.0

Ingegnere come Bellazzi, Roberto Colombo è invece il responsabile del servizio di Bioingegneria degli Irccs di Pavia e di Veruno (provincia di Novara). Sotto la sua supervisione la Maugeri sta portando avanti due progetti ad alto contenuto tecnologico: un laboratorio di domotica per i malati di Sla e un sistema di robot-assistenza per la riabilitazione degli arti, sia superiori, sia inferiori che va sotto l’etichetta di palestra digitale 4.0. Partiamo da qui. «Con il termine palestra 4.0 intendiamo l’impiego di una serie di tecnologie, robot e realtà virtuale, che ci consento- no di trattare centinaia di pazienti con strumentazioni altamente innovative che, ben inteso, affiancano e non sostituiscono le tradizionali tecniche riabilitative», esordisce Colombo. Entrando un po’ più nel dettaglio sono due le tecnologie principali che si incontrano nella “sua” palestra: i robot end-effector (strumenti elettromeccanici che tipicamente si applicano all’altezza dalla spalla o del gomito, per gli arti superiori e all’altezza del ginocchio o della caviglia per gli arti inferiori) e gli esoscheletri (scheletri meccanici esterni, spesso utilizzati in combinazione con soluzioni di realtà aumentata)…


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Le immagini sono dell’istituto scientifico di Montescano, punto di riferimento in Italia della medicina riabiltativa


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