Formazione
La cultura della donazione di organi è un aspetto dell’educazione civica
Partecipando attivamente alla vita civile e culturale si diventa consapevoli del valore sociale delle propria attività. Questa la sfida della Giornata nazionale per la donazione di organi e tessuti che, quest'anno, è stata interamente organizzata dai ragazzi. Ne parliamo con Luca Ronco, il dirigente scolastico dell'IIS Ruffin
di Marco Dotti
Si è conclusa la Giornata nazionale per la donazione di organi e tessuti. Quest’anno, su impulso di AIDO (Associazione per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule), la Giornata Nazionale dell’11 aprile è stata organizzata da una scuola. I ragazzi dell’Istituto IIS Ruffini di Imperia hanno creato, organizzato, diretto, trasmesso e discusso con medici e esperti di un tema fondamentale: la donazione. Che cosa lascia, ai ragazzi, questa giornata? Di certo: tanto entusiasmo e tanta consapevolezza. Ne parliamo con Luca Ronco, il dirigente scolastico dell’IIS Ruffini.
Come avete organizzato la giornata?
L’organizzazione di questa giornata parte da lontano e ci porta dritti al cuore. Dritti al cuore della “questione” sociale che la scuola sta affrontando, reinventando se stessa e riscrivendo quotidianamente nuovi percorsi di apprendimento. In questa scuola inattesa le “avanguardie educative”, le strategie di apprendimento innovative che leggevamo sulle riviste, sono diventate per noi l’opportunità di metterci in gioco per arrivare davvero agli studenti. Non è stata solo la didattica a doversi reinventare, anche le attività di PCTO (ex Alternanza scuola lavoro), che indirizzavano la scuola su come curvare i curricoli scolastici alle esigenze del Territorio, non si sono più svolte in azienda.
Infine l’inserimento dell’Educazione Civica come nuova disciplina ha imposto alla Scuola una riflessione su come veicolare efficacemente questo insegnamento. Dall’esigenza di unire queste tre istanze nasce l’idea di creare all’interno del nostro Istituto una vera e propria azienda simulata finalizzata all’organizzazione di eventi on line, con il corso informatico a gestire la parte tecnica e il corso economico turistico alla guida della regia organizzativa. Eventi che investano e coinvolgano il sociale, i nessi fra etica e comunicazione, il rapporto tra libertà individuale e responsabilità sociale, e che spingano a comportamenti proattivi e, soprattutto ad una cittadinanza consapevole e attiva. Perché l’educazione Civica non si spiega, si fa.
Con la collaborazione attiva di AIdo, del Direttore della Comunicazione nazionale, Francesca Boldreghini, dei relatori e dei volontari, abbiamo costruito uno spazio gestito e pensato da e per gli studenti, mettendo in comunicazione scuole diverse provenienti da cinque distinte aree geografiche d’Italia per affrontare un tema complesso come quello della Donazione.
Dal punto di vista della scuola, perché è importante parlare di donazione di organi?
Il 2020 ha reso sostanziale un concetto astratto come quello della pandemia, ma soprattutto ha reso drammaticamente tangibile una parola che prima esisteva per gli adolescenti solo come un qualcosa di opposto alla pulsione di vita, il concetto di “morte”. Parlare di donazione in maniera scientifica e corretta vuol dire affrontare seriamente tematiche importanti e imprescindibili, che formano un cittadino capace di scelte consapevoli. Ma parlare di donazione vuol dire anche affiancare alla disperazione la speranza, trovare una chiave di lettura e di accettazione dell’inaccettabile e dell’incomprensibile, come una pandemia, come la morte di un proprio caro. È importante che la Scuola, in collaborazione con le associazioni di riferimento, si ponga in posizione attiva rispetto a questa istanza di ascolto e di comprensione? Secondo me, sì.
Un’iniziativa del genere che ricadute può avere sui ragazzi?
Queste attività di Service Learning, cioè di apprendimento a vantaggio della comunità, sono davvero interdisciplinari e orientate all’apprendimento significativo. Hanno ricadute sulle competenze trasversali e sulle soft skill perchè creano autostima e fiducia in se stessi, quindi autonomia; sviluppano la capacità di adattamento e la resistenza allo stress e aiutano gli studenti a pianificare e organizzare, identificare obiettivi e priorità e tener conto del tempo per organizzare il lavoro. Si impara a lavorare insieme in team e a vivere la leadership, si impara a comunicare.
Partecipando così attivamente alla vita civile e culturale si diventa consapevoli del valore sociale delle propria attività; si impara ad utilizzare le moderne forme di comunicazione digitale, visiva e multimediale, anche con riferimento alla comunicazione in rete.
Inoltre questo progetto sviluppa competenze europee di consapevolezza ed espressione culturale, imprenditoriali e di cittadinanza e quella fondamentale capacità di Imparare ad imparare.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.