Famiglia

La Csr passa sul grande schermo

Fotogrammi di film famosi per raccontare in modo suggestivo e spettacolare la responsabilità del fare impresa

di Maurizio Regosa

Fotogrammi di film famosi per raccontare in modo suggestivo e spettacolare la responsabilità del fare impresa. Si parte con Coppola e l?epico Preston Tucker. Poi sono in arrivo Capra, Chaplin, Julia Roberts, i Cohen…e tanti altri

Csr movies». La nuova campagna istituzionale di Vita, che parte proprio da questo numero, ha scelto di seguire un percorso affascinante e curioso. Ogni settimana la pagina sarà scandita dal fotogramma di un film, che abbia un imprenditore, nel bene e a volte anche nel male, come protagonista. Il cinema è uno specchio affascinante e potente delle sfide che segnano ogni stagione della storia. Quindi è un luogo insostituibile di riflessione e di lavorìo sulla coscienza collettiva; mette in luce le contraddizioni, oppure esalta il coraggio e lo spirito d?innovazione. Sulle pagine di Vita riscopriremo il cinema come un formidabile agente di responsabilità. Difficile, per esempio, per un imprenditore della stagione trionfante del fordismo non sentirsi invaso dalla vergogna vedendo le scene geniali di Tempi moderni di Chaplin. Ma il cinema non riveste solo il ruolo di fustigatore: la visione amara e a suo modo utopica di Tempi moderni (1936) si aggancia a quella più ottimistica che Frank Capra ha distillato non solo in L?eterna illusione (1938). Se la prima sottolinea, anche per diretta esperienza dell?autore, lo sfruttamento; la seconda mette in valore una constatazione: cooperare è meglio e più utile di competere; la saggezza dei poveri può dare più intelligenza ai ricchi. Insieme, queste due concezioni in qualche modo hanno spostato in là il confine e creato la premessa per quella che oggi appunto definiamo responsabilità sociale. Un ambito nel quale i sogni di Tucker non sono entrati: come ci ricorda Francis Ford Coppola, il mercato (qui le major che gli impediscono di mettere in circolazione la sua vettura innovativa e sostenibile) ha i suoi istinti. Talvolta cinici e selvaggi.

Di contro, ed è significativo perché i contesti non potrebbero essere più diversi, c?è un chiaro legame fra l?attivismo di Erin Brockovich (che si schiera, vincendo la battaglia, contro una multinazionale senza scrupoli) e la volontà più fortunata che tenace di Mister Hula Hoop (riesce a risollevare un?impresa che gli stessi proprietari volevano a pezzi): come nell?esistenza di ciascuno di noi, anche nel mondo degli affari e dell?impresa il finale non è scritto. C?è spesso – se non sempre – la possibilità di rovesciare le previsioni. Sapendo che il contributo di ciascuno può fare la differenza. Parola di Joel Coen.

Grazie al cinema, efficace messa in scena di ciò che abita e agita una società, rapida ma a suo modo assai significativa coscienza, possiamo riflettere sulle sfide che l?imprenditoria ha davanti a sé. Sulle opportunità che offre. Sulle responsabilità che deve coraggiosamente fare sue. Sulla possibilità di costruire cammini condivisi. Certo, quello che auspichiamo è un altro film. Il fatto che sempre più aziende (in particolare quelle che hanno aderito all?iniziativa Vita Csr) accettino di scoprire le carte e mettersi in gioco è un fattore che induce all?ottimismo.


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