Volontariato

La csr ha tassi d’interesse alti

Parla Roberto Ruozi, tra i massimi esperti del sistema bancario. "Tutti devono capire che la Csr non è un ostacolo ma una opportunità".

di Francesco Maggio

Roberto Ruozi, già rettore dell?università Bocconi di cui è professore emerito, è tra i massimi esperti italiani di questioni di banche. A lui chiediamo a che punto sono i rapporti tra banche e responsabilità sociale d?impresa.
Vita: Professore, oggi lo stato di salute del sistema bancario italiano non è dei migliori: la csr può, a suo avviso, contribuire a risollevarne le sorti?
Roberto Ruozi: Sullo stato di salute del sistema bancario italiano si potrebbe discutere a lungo. Io credo infatti che il sistema abbia fatto negli ultimi anni degli importanti passi in avanti. La sua patrimonializzazione è buona e la sua redditività è in aumento. Certo si potrebbe fare di meglio e probabilmente una maggiore consapevolezza delle responsabilità sociali che le banche hanno potrebbe aiutarle a consolidarsi. Francamente, tuttavia, bisogna ammettere che le incidenze patrimoniali ed economiche di questo fenomeno sarebbero comunque limitate. È piuttosto un fatto di compenetrazione fra banche e società, che sono intimamente connesse e che dovrebbero cercare di viaggiare insieme.
Vita: Secondo lei la csr è un fenomeno che taglia trasversalmente tutte le tipologie di istituti creditizi o ve ne sono alcune più ?vocate? di altre?
Ruozi: Sui principi generali non si dovrebbe discutere. Le banche, come e anzi di più di imprese di altra natura, hanno responsabilità sociali forti. Tutte le hanno. Che poi, fra queste, ve ne possono essere alcune che hanno nei confronti di questo fenomeno una predisposizione e una propensione maggiori, questo è vero anche storicamente. Il problema è quello di far sì che la csr divenga un?opportunità e non sia un ostacolo alla realizzazione degli obiettivi ultimi di una banca moderna che opera in un mercato concorrenziale e che deve raggiungere il mix migliore fra stabilità ed efficienza per sé e per gli altri.
Vita: Vincono oggi le banche che hanno più una marcata identità territoriale o quelle che puntano alla specializzazione settoriale?
Ruozi: Non si può rispondere a questa domanda in termini generali. La tendenza verso un sistema di banche più o meno tutte uguali si è infatti interrotta e oggi le banche sono tutte diverse l?una dall?altra. Alcune puntano più sul localismo, altre sulla maggiore dimensione, altre ancora su prodotti e servizi specifici. Nessuna di queste formule è di per sé vincente. Tutte possono invece essere vincenti se ben strutturate, ben gestite e definite con grande realismo sulla base delle caratteristiche strutturali e funzionali delle singole banche considerate.
Vita: Quali sono i prossimi traguardi della csr in banca?
Ruozi: Il problema della csr nelle banche ha soprattutto natura etica e morale. Esso deve entrare nella cultura di coloro che le governano. Questo richiede comprensione e tempo. Successivamente tutto diventerà naturale e quasi ovvio.
Vita: Che ruolo spetta, a suo avviso, ai media nel rendere più consapevoli i cittadini-clienti dell?importanza della csr in banca?
Ruozi: Quanto prima tutto dovrebbe far capire che la comunicazione e l?accettazione sociale della csr nelle banche sono fondamentali. è la diffusione dell?idea che la rende forte. In questo senso la responsabilità dei media è grande sia nei riguardi delle banche sia nei riguardi dei loro stakeholders, in primis i loro clienti.

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