Formazione

La Csr entra in hotel

50% di personale femminile. Grande rigore contro il turismo pedofilo. Alla conferenza europea sulla csr ha fatto discutere la relazione della direttrice Risorse umane di Accor. Intervista.

di Matteo Manzonetto

Rispondere su scala globale alle sfide imposte dalla responsabilità sociale d?impresa : un compito non facile quello delle multinazionali, aziende che operano un po? ovunque nel mondo, che impiegano centinaia di migliaia di persone di ogni razza e cultura, e che per la loro mole influiscono in modo drastico nelle aree in cui si installano. Un buon esempio in termini di risultati e settori d?azione sembra essere quello fornito dal gruppo Accor, multinazionale francese specializzata nei servizi alberghieri, rappresentata da Cathy Kopp, vice presidente Risorse Umane, durante la conferenza organizzata per il decennale di Csr Europe a Bruxelles. A partire dal 2002 Accor ha cercato di dare un?applicazione effettiva agli impegni di sviluppo sostenibile sottoscritti nel 1999 a Davos, sulle orme del discorso tenuto da Kofi Annan al Forum economico mondiale. Il primo passo è stato quello di creare un comitato per lo sviluppo sostenibile in seno al consiglio d?amministrazione. Questo organismo si riunisce ogni due mesi per controllare e orientare l?azione di Accor in settori quali le risorse umane, l?ambiente, lo sviluppo, la comunicazione aziendale e finanziaria, i fornitori. Ma quali sono gli aspetti operativi che un gruppo alberghiero deve tenere sotto controllo, se vuole effettivamente operare in maniera responsabile? Come illustrato da Cathy Kopp, una delle ultime azioni intraprese da Accor per andare oltre una csr ?di facciata? riguarda lo sfruttamento sessuale dei minori: «Non vogliamo che i nostri alberghi siano sfruttati come alcove per il turismo sessuale: per questo stiamo addestrando i nostri impiegati a distinguere chi – tra i nostri clienti accompagnati da bambini – potrebbe essere pedofilo o padre di famiglia». La formazione e la partecipazione dello staff (cominciando dai vertici) vengono ritenuti elementi fondamentali nell?implementazione della csr: «I principali passi per realizzare i nostri obiettivi di responsabilità sociale li abbiamo compiuti coi nostri impiegati, in quanto sono loro che stanno a contatto col cliente, e che sono poi il braccio operativo del quotidiano del nostro gruppo», spiega Kopp. Quindi formazione continua (sono oltre centomila gli impiegati che ne hanno usufruito), ascolto delle loro istanze, ma anche attenzione ad aspetti quali il coinvolgimento nei risultati aziendali. La questione delle diversità è un altro punto chiave. Accor ha un vicepresidente del gruppo che se ne occupa personalmente. «Siamo orgogliosi di avere tra i nostri 162mila impiegati un eguale rappresentazione di genere», afferma Kopp. Nel gruppo le donne sono al 50%, una percentuale che – salendo di livello – è del 40% nel management degli alberghi, mentre è al 25% negli organi direttivi del gruppo». Resta aperta una questione delicata per il futuro: il capitolo fornitori.


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