Economia

La cronologia

di Redazione

Sono stati due anni di importanti cambiamenti nel rapporto tra banche e consumatori.Tutto è iniziato con i famosi decreti Bersani, che hanno provato a rivoluzionare il modo di intendere il rapporto con la propria banca introducendo diverse possibilità per i consumatori che, solo pochi mesi prima, sarebbero state assolutamente impensabili.

Primi segnali
Era il luglio del 2006 e si è iniziato a parlare di obbligo per la banca di comunicare al cliente per iscritto le variazioni al contratto del conto corrente con possibiltà per il correntista di recedere senza costi ulteriori. Poi, affrontando le questioni relative ai tassi di interesse, si è chiarito che quando la banca modifica i propri tassi a seguito delle variazioni stabilite dalla Banca centrale europea, deve adeguare contestualmente sia i tassi debitori che quelli creditori. Piccole cose, ma che avevano dato un segnale.

Penale addio
Accanto a queste previsioni ci sono state le più importanti riforme dei mutui. L’eliminazione della penale per estinzione anticipata, ad esempio, che riguarda i finanziamenti richiesti dal 2 febbraio 2007 in poi. Per i mutui contratti prima di tale data, l’Abi e le associazioni dei consumatori hanno successivamente raggiunto uno storico accordo sulle soglie massime di penali applicabili.
Portabilità e surroga
È stata introdotta anche la portabilità del mutuo, ovvero la possibilità di trasferire il vecchio finanziamento presso la banca con cui se ne stipula uno nuovo, senza perdere i benefici fiscali previsti per la prima casa ed è stato previsto che l’ipoteca sulla casa si estinguerà automaticamente decorsi 30 giorni dall’estinzione dell’obbligazione garantita.
Abbiamo imparato poi a conoscere il termine “surroga”, in base al quale il consumatore che abbia stipulato un contratto di mutuo, o un’altra forma di finanziamento, con una banca, potrà surrogare quest’ultima nei diritti del creditore, anche qualora il credito non sia esigibile o sussista un termine a favore del creditore.
Rata fissa, durata variabile
Ultimamente, poi, è stata la volta del contestato provvedimento del governo in carica, che consente di rinegoziare i contratti a tasso variabile stipulati con una rata fissa “fuorimercato” uguale a quella pagata in media nel 2006. All’inizio la durata del mutuo resta la stessa: l’allungamento eventuale dipenderà dai tassi di interesse. Se la curva sarà cresciuta, il periodo salirà; se sarà scesa si pagherà meno. Molti interventi, quindi, che fino ad oggi però non sono riusciti a sbloccare il settore bancario e a fornire ai consumatori i vantaggi promessi.
Per inviare segnalazioni all’Osservatorio sul credito e il risparmio del Movimento Consumatori: risparmio@movimentoconsumatori.it


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