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La Croce rossa sul lastrico raschia il barile

Dal servizio civile alle risorse per il volontariato, passando per il 5 per mille, l’ente di via Toscana le sta provando tutte per far quadrare i conti.

di Redazione

A chiamare l?ambulanza questa volta è stata la Croce Rossa. Il malato? Lei stessa. Il sintomo è un buco 80 milioni di euro che ammorba le casse dell?ente. L?sos è stato prontamente raccolto dall?ultimo Parlamento, che in Finanziaria ha prima approvato una norma per la stabilizzazione degli addetti a tempo determinato, circa 1.800 dipendenti, che di fatto costituiscono il grosso del personale impegnato nei servizi di emergenza, e poi ha sancito l?equiparazione dell?ente alle associazioni di volontariato con un emedamento contenuto nel maxidecreto Milleproroghe. Un provvedimento che ha alzato un polverone. Per il privato sociale infatti si tratta di un pericoloso cavallo di Troia, che apre la strada alla Cri -che da statuto è un ente di diritto pubblico – all?accesso ai fondi riservati al volontariato.Comunque stiano le cose, rimane da capire la ragione per cui il Parlamento abbia scelto una via così tortuosa per consentire la regolarizzazione di dipendenti pubblici. Anche perché subito dopo il via libera al Milleproroghe, l?aula ha approvato un ordine del giorno, a firma Iovene, Valpiana, Silvestri, che impegna il governo a risolvere il nodo dei precari «con misure diverse e più consone, evitando lo scardinamento di tutta la normativa sul non profit dal 1991 in poi». Certo è che da tempo le finanze di via Toscana navigano in acque agitate. Tanto che sul finire dell?anno scorso, a più riprese diverse indiscrezioni giornalistiche hanno dato il ministro Livia Turco ad un passo dal chiederne il commissariamento. Da quanto si apprende, il bilancio d?esercizio 2007, in via di approvazione, chiuderà in pareggio, grazie soprattutto ai contributi (ma c?è anche chi li ha definiti corvée) dei comitati periferici che, pur avendo autonomia di bilancio, hanno dirottato verso Roma 12 milioni di euro (5 in meno di quelli previsti). Sul bilancio dell?ente però ad oggi grava ancora un rosso di 80 milioni di euro. Per lo più si tratterebbe di crediti non riscossi nei confronti di altre amministrazioni pubbliche. Comunque un salasso. Stringere la cinghia e aguzzare l?ingegno, in queste condizioni, è diventata quindi una priorità. Magari puntando sull?ambiguità della veste giuridica della Croce Rossa italiana. Un ente pubblico che annovera nella sua fila circa 200mila volontari.Come? Attraverso il servizio civile, per esempio. Solo per stare alle ultime due stagioni, 2006 e 2007, sono stati complessivamente 640 i volontari entrati in servizio in Croce Rossa. Per sostenere queste attività il ministero della Solidarietà sociale, attraverso l?ufficio nazionale, ha impegnato poco meno di 4,5 milioni di euro. Un sostegno che va al di là del contributo statale ordinario, pari a 161 milioni di euro l?anno. In pochi se ne sono accorti, ma la Cri non si è fatta sfuggire nemmeno l?occasione del 5 per mille. Grazie alle 25.367 preferenze e al riparto delle quote non espresse, in via Toscana sarà presto recapito un assegno da 646.284,77 euro. Un bonus che sarà incrementato grazie alle 27.361 firme raccolte nelle dichiarazioni dei redditi 2007. E ancora. Sulla vicenda pende un ricorso al Tar del Lazio promosso da tempo da Misericordie ed Anpas che contestano i trasferimenti che il ministero della Solidarietà sociale ha concesso alla Cri per l?aquisto di ambulanze e beni strumentali. Si tratta di circa 2,5 milioni di euro ottenuti in virtù dell?iscrizione al Registro del volontariato lombardo dell?associazione italiana della Croce Rossa Milano III – Centro di mobilitazione Milano. Una consuetudine che lo stesso ministero di Ferrero nel 2006 ha ritenuto di interrompere in virtù proprio della natura pubblicistica della Croce Rossa, come stabilito anche da un concomitante parere del Consiglio di Stato. La fame di risorse della Cri non sempre ha però coinciso con la trasparenza della gestione finanziaria. Tanto che anche recentemente il presidente del Comitato internazionale Jacob Kellenberger ha auspicato una profonda riforma della Cri che «le consenta di raggiungere una effettiva indipendenza, anche con riguardo alle questioni di bilancio e di gestione del personale». Come ha notato il senatore Giuliano Barbolini in un?interrogazione parlamentare, «va sottolineata la pratica dell?erogazione dei fondi per il trattamento accessorio di una parte del personale, caratterizzata dal mancato rispetto delle procedure e dalla mancata copertura finanziaria delle somme riconosciute». Le ombre più scure si sono però concentrate sul comitato siciliano che, fra il novembre 2006 e l?ottobre 2007, è stato oggetto, limitatamente al 118, di un?indagine ad hoc della Corte dei conti. I giudici hanno rendicontato una lunga serie di sprechi generati dalla convenzione fra la Regione e la Cri locale. Un caso che ha calamitato l?attenzione anche della Ragioneria dello Stato che ha notato come la Cri, con la società di scopo Sise, abbia «di fatto provveduto ad assorbire personale volontario, Lsu e precari senza l?esperimento di alcuna procedura selettiva».

L?amico deputato

Conflitto di interessi
La longa manus che ha inserito nel decreto Milleproroghe il decreto pro Croce Rossa (articolo 49-ter) appartiene a Teresio Delfino. Ex sottosegretario alla Pubblica istruzione con D?Alema e alle Politiche agricole con Berlusconi, deputato uscente dell?Udc, Delfino nell?organigramma della Cri è un nome che pesa. Dopo aver chiuso nel 2005 il mandato da commissario straordinario della Cri Piemonte, attualmente presiede il comitato locale del suo paese, Busca, in provincia di Cuneo, e guida il Comitato di collegamento regionale, ovviamente, della Cri Piemonte.


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