Emergenza continua
La Croce Rossa: le migrazioni vanno gestite, da anni non lo facciamo
A Lampedusa si registra il più elevato numero di sbarchi del 2023. Oltre 110 in 24 ore. I migranti sono oltre 6.700, una cifra superiore a quella degli abitanti. Intervista al presidente della Cri Rosario Valastro che dal primo giugno gestisce l'hotspot
Barchini disposti in fila che provano ad attraccare al molo Favaloro, migranti ammassati contenuti dalle forze dell’ordine. A Lampedusa si registra il record di sbarchi del 2023, in 24 ore ci sono stati 110 arrivi portando il numero di migranti sull’isola ad oltre 6700 a fronte dei poco più dei sei mila abitanti. L’hotspot dal 1 giugno guidato dalla Croce Rossa con gli ultimi ampliamenti ha oggi una capienza di 600 persone. Durante le ultime operazioni di soccorso in mare un barchino si è ribaltato, un neonato di cinque mesi è morto dopo essere finito in acqua. «Lampedusa è quella che è, sia in termini di grandezza dell’isola, sia per capacità delle strutture. Non potrà mai garantire servizi per un numero maggiore di persone. A 10 anni dalla strage del 3 ottobre è urgente capire come gestire il fenomeno migratorio. Oggi è il fenomeno che continua a gestirci», racconta a Rosario Valastro, presidente della Croce Rossa Italiana. Gli sbarchi sull’isola continuano ad aumentare, i lampedusani sono chiamati nuovamente a dare una grande prova di solidarietà mettendo a disposizione strutture, offrendo cibo e vestiti.
Come affrontare un’ondata di sbarchi come quella delle ultime 48 ore?
In questo momento è per tutti una situazione molto difficile da gestire, gli arrivi non sono programmati e le immagini di questi giorni ci danno l’idea di un mini esodo. Quando ci sono delle presenze così fuori quota anche l’hotspot va sotto pressione, ma non al collasso. L’ampliamento che abbiamo voluto in fase di start up portando il centro da 350 a 600 posti e il personale che lavora all’interno riesce a gestire la situazione, ma abbiamo bisogno che ci sia sempre continuità nei trasferimenti dall’isola verso la terraferma. Questo sta avvenendo e ci permette di lavorare nel migliore dei modi.
Abbiamo bisogno che ci sia sempre continuità nei trasferimenti dall’isola verso la terraferma
I migranti che arrivano a Lampedusa sbarcano tutti al molo Favaloro, la vostra presenza è anche lì?
Quando si vedono arrivare persone che hanno subito traumi durante il loro viaggio come la perdita dei loro compagni dobbiamo dare manforte su quelli che sono i loro bisogni. Il molo Favaloro è chiaramente piccolo e quando ci sono tutti questi sbarchi si ha difficoltà a contenerli. Dieci anni fa non c’era nulla, oggi anche al molo Favaloro come in tutti gli altri porti di sbarco italiani siamo in grado di offrire dei servizi in più, chiaramente con questi numeri non si può dare una risposta immediata a tutti.
In questi momenti di tensione la presenza degli operatori di Croce Rossa permette di mantenere la calma. Alcuni di loro che operano a Lampedusa sono di origine africana, è un caso?
La figura dell’operatore corrisponde a una scelta ben precisa, cioè aver formato operatori e mediatori culturali che provengono da determinate nazioni ed etnie. Chi meglio di loro può immedesimarsi in quello che è il viaggio di queste persone. Spiegare in questi momenti di tensione che le nostre forze dell’ordine non sono nemici come quelli che hanno incontrato durante il loro tragitto risponde al nostro principio di umanità. Parlare con loro è fondamentale.
Quanti operatori di Croce Rossa sono presenti sull’isola?
Sono oltre 100, ma a questo numero si aggiungono volontari che arrivano da ogni parte d’Italia. In più adesso a Lampedusa sono presenti i nostri responsabili delle unità operative, personale della direzione nazionale emergenza e soccorso, la nostra responsabile dell’ufficio migrazioni. Profili manageriali di esperienza in grado di coordinare al meglio la gestione del centro.
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Nonostante tutti gli sforzi c’è ancora molto da fare a Lampedusa?
In Europa c’è molto da fare. Lampedusa è quella che è, in termini di grandezza dell’isola e delle capacità delle sue strutture, non potrà mai garantire dei servizi per un numero maggiore di persone. Ancora una volta è importante capire come gestire il fenomeno, mentre da dieci anni è il fenomeno che continua a gestirci. Andrebbero comprese le motivazioni per cui le persone fuggono dal proprio Paese: povertà, carestia, cambiamenti climatici che hanno portato a desertificazioni incontrollate. Bisogna anche interrogarsi sui progetti finanziati che non hanno portato i frutti sperati. Comprendendo il perché si può agire sulla causa. Quando sento dire aiutiamoli a casa loro è corretto, ma solo se si capiscono le vere ragioni per cui si fugge. Questo oggi non lo vedo. Noi come Croce Rossa siamo presenti nei Paesi di partenza, transito e arrivo dei migranti e più volte abbiamo chiesto alle istituzioni sovranazionali che tutto il meccanismo di Cri sia ascoltato, qualcosa da dire ce l’abbiamo.
Ancora una volta è importante capire come gestire il fenomeno, mentre da dieci anni è il fenomeno che continua a gestirci
Foto: Lampedusa barchino carico di migranti/LaPresse
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