Volontariato

La Croce rossa fuori dai registri

Lo ha stabilito il Tar del Lazio “dovendosi ritenere che siano ad essi iscrivibili solo organizzazioni di diritto privato"

di Stefano Arduini

Il TAR del Lazio, con sentenza del 26/11/2008 n.10784, ha accolto il ricorso che Anpas aveva presentato nei confronti della Croce Rossa Italiana in relazione ai contributi a quest’ultima impropriamente erogati per l’acquisto di autoambulanze ed altri beni strumentali (DD.MM. 8.2.2002 a favore della CRI Lombardia) relativamente agli anni 2000 e 2001. L’ammontare totale dei contributi di quel biennio risulta pari a circa 1,2 milioni di euro.

Secondo il tribunale amministrativo, la CRI non può essere iscritta ai registri di volontariato “dovendosi ritenere che siano ad essi iscrivibili solo organizzazioni di diritto privato, dove, invece, la Croce Rossa, con tutte le sue strutture organizzative e territoriali, è ente di diritto pubblico per espressa qualificazione di legge”.


Inoltre “non è ammissibile che un soggetto pubblico possa rientrare tra i soggetti disciplinati dalla legge 266/91”, e a tale proposito, sono state prese in rassegna le norme principali della legge 266/91, dalle quali si evincerebbe che le associazioni di volontariato non possono che essere entità di autonoma origine associativa.


La Corte ha ulteriormente osservato che “la CRI non avrebbe i requisiti minimi per essere considerata quale associazione di volontariato ex L. 266/91, essendo connotata da numerosi elementi pubblicistici che ne limitano e condizionano fortemente l’autonomia e l’autodeterminazione associativa” e che “le articolazioni territoriali della Croce Rossa Italiana non hanno titolo alla iscrizione nei registri del volontariato di cui all’art. 6 L. 11/08/1991 n. 266”.


Su questo tema, che affronta anche nella sua odierna relazione, si era espresso nel Febbraio 2008 il Presidente nazionale di Anpas, Fausto Casini con una “Lettera aperta ai volontari CRI” pubblicata su Vita magazine in cui, nel sottolineare di aver “fiducia nei volontari, qualunque organizzazione scelgano” li invitava a “separare la CRI dagli altri corpi, fra cui quello militare, per creare un’Organizzazione di volontariato autonoma e indipendente che risponda direttamente delle proprie scelte e attività, in grado di autofinanziarsi, così come fanno le 840 associazioni di volontariato Anpas da oltre 150 anni”.

“Una scelta – afferma Casini – che appare oggi quanto mai necessaria e voluta internamente, al punto che in rete circola un appello di Volontari CRI affinchè, dopo l’ennesimo Commissariamento, essa venga trasformata in vera organizzazione di Volontariato”.


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