Welfare

La crisi non ferma il Fairtrade

Crescono nel mondo le organizzazioni e i produttori del commercio equo e solidale, e crescono soprattutto i profitti per i piccoli agricoltori. Un movimento globale che ormai coinvolge oltre 1,2 milioni di soggetti, trasformando l'economia

di Gabriella Meroni

Crescono le organizzazioni coinvolte nel movimento Fairtrade, i benefici per i produttori e i volumi di prodotto commercializzati nel mondo. Questa la fotografia del sistema globale inquadrata dal report di recente pubblicazione “Monitoring  the scope and the benefits of Fairtrade”, diffuso in questi giorni da Fairtrade International, l’organizzazione internazionale responsabile dello sviluppo degli standard del commercio equo. Il report è l’istantanea più ampia e completa a disposizione sul circuito Fairtrade e riporta l’impatto del sistema internazionale secondo indicatori di performance considerati dal punto di vista dei produttori. Più di 100 tra cartine e grafici mostrano la distribuzione delle organizzazioni in Africa, Asia e America Latina, dando informazioni su produzione e vendite, e illustrano l’utilizzo del Fairtrade Premium.
 
 I produttori di Asia, Africa e America Latina coinvolti nel sistema Fairtrade sono stati il 13% in più rispetto all’anno precedente: 1,24 milioni alla fine del 2011, raggruppati complessivamente in 991 organizzazioni di 66 paesi nel mondo. La maggior parte di essi, poco più di 1 milione sul totale, fa parte del sistema in qualità di membro di una cooperativa. Il loro aumento più significativo riguarda i produttori di zucchero, grazie all’ingresso nel sistema di organizzazioni con sede nelle isole Mauritius e in Guyana – ingresso che ha contribuito a raddoppiare il numero delle persone attive in questa produzione rispetto l’anno precedente (37.200 persone nel 2011).
 
 Ma aumentano anche le entrate percepite dai piccoli produttori grazie alle vendite di materia prima Fairtrade: +30% nel 2011 sul dato 2010. E parallelamente cresce anche il valore del Fairtrade  Premium ad essi corrisposto, ovvero il margine di guadagno aggiuntivo assicurato alle organizzazioni per incentivare progetti di sviluppo: 61,1 milioni di euro per il periodo in considerazione (+26% sull’anno precedente). Fairtrade Premium che viene investito per l’implementazione del business delle organizzazioni e per il miglioramento dei processi produttivi (principalmente nelle cooperative), ma anche in progetti educativi e nelle comunità (specie nelle organizzazioni di lavoro dipendente).
 
 “Il report mostra come Fairtrade faccia la differenza per oltre un milione di agricoltori e lavoratori” ha dichiarato Harriet Lamb, CEO di Fairtrade International. “Questa ricca serie di dati mette in luce i nostri punti di forza – come l’impegno globale a favore delle piccole organizzazioni – ma anche gli aspetti che dobbiamo potenziare, come il miglioramento delle condizioni dei lavoratori dipendenti e il percorso verso un salario più dignitoso”.
 
 “I dati riportati nel report riconoscono alle imprese cooperative un ruolo fondamentale nello sviluppo economico e sociale dei Paesi ed in particolare nella lotta contro la povertà, e questo vale in particolar modo per il 2012, proclamato dall’ONU Anno Internazionale della Cooperazione” ricorda Andrea Nicolello-Rossi Presidente di Fairtrade Italia “Quello cooperativo è un modello sostenibile di fare attività imprenditoriale: si condividono valori di democrazia, solidarietà, self-help e auto-responsabilità. Gli stessi che caratterizzano gli Standard Fairtrade”.
 
 La versione integrale del report è a disposizione in lingua inglese qui

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