Mondo

La crisi ha cambiato la formazione

Per Enaip nel 2010 serviranno operatori dei servizi

di Carmen Morrone

Anche quest’anno Enaip con le sue 210 sedi arriverà a svolgere oltre 20 milioni di ore di formazione articolate in 3.500 corsi seguiti da oltre 60mila partecipanti. In tempi di crisi non sono cambiati i numeri, ma il metodo formativo e le “professioni insegnate”. Novità illustrate da Maurizio Drezzadore, presidente di Enaip: «In Lombardia, Piemonte e Veneto sono partiti i percorsi formativi che prevedono un monitoraggio e una modellizzazione che ci consente di avere un riscontro per poter individuare i punti critici e le eccellenze. In questo modo ci troviamo pronti nel caso servisse calibrare di nuovo l’offerta formativa rispetto ai bisogni».
«Siamo di fronte ad una riorganizzazione del segmento della formazione che fa riferimento al mondo del lavoro. Si è trattato di adattare il sistema formativo all’accompagnamento attivo in grado di perseguire due obiettivi», spiega Drezzadore. «Per i lavoratori in cassa integrazione le attività formative vanno nella direzione della riqualificazione e del miglioramento delle competenze professionali. Per quei lavoratori che si trovano in condizione di esodo dal posto di lavoro sono stati previsti interventi di orientamento e riqualificazione volti a intercettare nuove occasioni lavorative». Nuovo anche il meccanismo per accedere ai corsi. «I lavoratori vanno presso i servizi territoriali per l’impiego dove trovano un catalogo di corsi e i relativi enti che li organizzano e scelgono il percorso». Per pagare la retta del corso i lavoratori che ne hanno diritto (cassaintegrati, licenziati, a progetto) ricevono un voucher formativo. La spesa di questo voucher e la frequenza al corso sono sottoposte alla verifica di enti locali e dell’Inps. «Ci troviamo per la prima volta ad interagire in maniera vincolante con la formazione e le politiche attive. Oggi c’è vincolo ineludibile. Alla luce di questa considerazione ci troviamo a sperimentare modelli nuovi e ci auguriamo efficienti alla luce di una metodologia di monitoraggio». Cambiamento anche dei profili lavorativi che i corsi intendono preparare. «Dai primi elementi che appaiono come indirizzo verso la ristrutturazione del sistema economico si farà baricentro sui servizi e sul terziario, anche quello avanzato. Perché avvertiamo una contrazione delle possibilità occupazionali nel settore dell’attività manifatturiera a favore dei servizi. L’Italia insieme alla Germania in Europa ha il più alto tasso di economia manifatturiera. Siamo un’economia produttiva che ancora mantiene un alto profilo produttivo perché abbiamo un tessuto manufatturiero molto esteso. Ma ci aspettiamo che la crisi porti a contrarre l’occupazione e il numero di aziende. Per questo Enaip nel proporre l’offerta formativa ha tenuto conto di questa tendenza e l’area dei servizi è stata privilegiata».


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