Mondo

La crisi economica entra in Moschea

Donazioni in calo nei centri islamici, mentre le richieste di aiuti aumentano

di Gabriella Meroni

«Anche le moschee in Italia, e in particolare l’Istituto islamico di viale Jenner a Milano, sono fortemente colpite dalla crisi economica». È quanto ha dichiarato il direttore del centro islamico milanese, Abdel Hamid Shhari, parlando dei problemi degli immigrati musulmani colpiti della crisi economica che sta investendo il nostro paese. «In moschea sentiamo la crisi anche nelle cose quotidiane, manca il lavoro per i nostri fedeli e non possono pagare le bollette della luce o del gas – spiega -. Da alcuni mesi molte persone vengono a chiederci aiuto per trovare lavoro e molti di questi, avendo lavorato in nero, sono stati i primi che hanno pagato lo scotto della crisi, i primi messi alla porta dalle piccole aziende del nord Italia. Altri invece chiedono che il centro islamico li sostenga partecipando alle spese abituali della loro famiglia, come ad esempio quella dell’affitto per la casa».

Il problema, secondo Shaari, è che «il rapporto tra domanda e offerta è completamente sbilanciato. A fronte delle decine di persone che cercano in noi un sostegno, la risposta che possiamo dare è limitata, anche perché la raccolta di fondi che si effettua ogni venerdì dopo la preghiera comunitaria non è spesso sufficiente ad aiutare tutti». Questo perché «la crisi tocca anche i donatori e calano le offerte che riceviamo dai fedeli». Sulle tipologie di persone che si presentano in cerca di un aiuto, l’architetto libico conclude: «Si tratta per lo più di padri di famiglia che cerchiamo di indirizzare ad agenzie per il lavoro o sindacati, oppure cerchiamo di collegare domanda e offerta, mettendo in contatto colui che cerca lavoro con altri musulmani o conoscenti a cui serve manodopera».


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