Mondo

La crisi è vera. E i soldi?

Berlusconi risponde alla Marcegaglia, ma i numeri reali per il rilancio dell'economia sono difficili da decifrare

di Franco Bomprezzi

Si apre una settimana importante per l’economia e i giornali di oggi registrano con ampio risalto l’intervento del premier Berlusconi a Cernobbio, e la sua risposta alla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia.

La rassegna stampa oggi si occupa anche di:

“Berlusconi agli imprenditori: «Abbiamo già dato soldi verissimi»” è il titolo di apertura del CORRIERE DELLA SERA, che riprende l’intervento del premier a Cernobbio. «Vengono chiesti soldi veri? Voglio dire che al mondo dell’economia finora abbiamo dato soldi verissimi», così il premier risponde all’affondo di ieri della presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. A pag. 2 sotto il pezzo di resoconto anticipato dal titolo il CORRIERE racconta il caso della banca Italease, «la regina dei derivati italiani legati agli immobili»  tecnicamente fallita, ma che riuscirà ad evitare il naufragio grazie ai Tremonti bond. Mentre una nota di ottimismo arriva da Wall Street dove il vicepresidente americano Biden a sorpresa afferma: “Negli Usa cresce la fiducia”. A pag. 3 Sergio Rizzo firma il retroscena sotto il titolo “Su Emma il pressing dei piccoli industriali”. Nel pezzo si spiegano le ragioni dell’uscita di ieri del vertice confindustriale: i soldi veri che vuole Confindustria «sono quelli che chiedono le migliaia e migliaia di piccoli imprenditori. Un grido di dolore silenzioso che da mesi si leva dalla Puglia al Veneto, passando per Prato», dove il numero uno degli industriali Riccardo Marini ha «scritto su un foglietto le cifre dell’ecatombe: nel 2008 abbiamo perso  1.130 di lavoro, il doppio del 2007. La cassa integrazione è aumentata del 90,4% e ora va ancora peggio».

“Alle aziende ho dato soldi veri”: così Berlusconi, in prima persona, dalla prima pagina di LA REPUBBLICA, risponde a Emma Marcegaglia che sabato aveva chiesto appunto «soldi veri» contro la crisi.  A Cernobbio piccolo teatrino berlusconiano. Riferisce Giorgio Lonardi: un buffetto a Carletto (Sangalli, presidente di Confcommercio), una promessa alla Marcegaglia (vediamoci martedì) e una ai commercianti (vediamoci martedì o mercoledì al massimo), un favore alle banche («mettiamoci nei loro panni, se danno una linea di credito devono avere una possibilità vicina al 100%»), mentre a Tremonti manda a dire che «non sono i prefetti che vigileranno sul credito ma saranno i coordinatori del comitato di osservazione di cui faranno parte i protagonisti del mondo del lavoro». E naturalmente «consonanza assoluta» con le richieste dei commercianti («imperativo categorico», la revisione degli studi di settore). Sempre a pagina due, Roberto Mania intervista Diego Della Valle: “Solo due mesi per salvare i piccoli”: in pericolo il made in Italy; serve rapidità d’intervento, dice il patron della Tod’s: «rischiano la chiusura imprese eccellenti che rappresentano il meglio del sistema delle piccole e medie aziende produttive», «la prima cosa da fare è garantire il reddito dei lavoratori. Ma subito dopo vanno sostenute le imprese…».

“Abbiamo dato soldi verissimi” titola in prima LA STAMPA, che apre con le prime tre pagine dedicate alle cifre anti-crisi stanziate dal governo. Nella cronaca un Berlusconi che reinterpreta “la strigliata” della leader di Confindustria: «Ci siamo parlati con la signora Marcegaglia che ha ribadito assolutamente di non aver voluto essere critica nei confronti del governo, ci siamo dati appuntamento per martedì». Il premier cerca la pace anche con Bankitalia: i prefetti non faranno controlli sul credito, più blandamente li coordineranno». “Senza decreti siamo fuori gioco”. Nel “Retroscena” LA STAMPA da conto delle affermazioni del premier ieri a Cernobbio sull’uso dei decreti da parte del governo e sui cambiamenti di procedura necessari, secondo Berlusconi, per abbreviare i tempi: «Per far fronte alla crisi abbiamo solo la decretazione d’urgenza. Se usassimo il disegno di legge ci vorrebbero 8-9 mesi per approvarlo. Il che significa che non avrebbe nessun impatto economico per fronteggiare la crisi». Sulla Costituzione: «è stata scritta dopo un ventennio di dittatura e ha privilegiato le garanzie del Parlamento rispetto a quelle del governo». Sul capo dello Stato: «C’è il passaggio della presentazione del decreto al capo dello stato, ma questa è una prassi, non la Costituzione» ha sostenuto Berlusconi. Sulla sua proposta di far votare in parlamento solo i capigruppo: «Era una provocazione, un paradosso, ma di fatto già ora avviene». Sul voto di fiducia: «è una misura che rispetta il Parlamento» non il Governo, e il 10% degli italiani non sa cosa sia. LA STAMPA sui “soldi verissimi” intervista Claudio Scajola, ministro per le Attività produttive. In una domanda l’intervistatore dice: «C’è chi dice che questi non siano soldi in più ma fondi già previsti nel bilancio dello Stato che sono stati solo reindirizzati: quelli per le aree sottosviluppate sono finiti alle grandi opere, quelli per la formazione agli ammortizzatori sociali». Scajola risponde che «il primo impegno deve essere quello di utilizzare al meglio le risorse disponibili prima di aumentare il deficit». E sottolinea: «Il nostro vero tesoro è il risparmio delle famiglie, 8 mila miliardi di euro secondo le stime di Bankitalia, a fronte di un debito dello Stato di 1700 miliardi». La soluzione, secondo il ministro, è «indurre le famiglie a spendere, investire, mobilitare una parte di questi risparmi» soprattutto per l’acquisto di auto e case.

Un approfondito articolo di ITALIA OGGI illustra dove andranno i fondi e gli incentivi economi del governo e quali sono i fondi a rischio congelamento.  Diversi degli stanziamenti a favore delle imprese se ne sono già andati per finanziare inceneritori, infrastrutture, prestiti ponte  per Alitalia e così via.
Ora, sostiene l’analisi di Italia Oggi, con la creazione del fondo per l’economia reale vengono rimesse in dubbio altre risorse e non partiranno i bandi per poter utilizzare i fondi rimasti. I fondi a rischio sarebbero: 2 miliardi di euro per il recupero dei siti inquinati; 1,8 miliardi di euro per i contratti di sviluppo per le aree del Mezzogiorno; 200 milioni di euro per ampliare il programma per l’innovazione “Industria 2015”; 800 milioni per la banda larga; 700 milioni per le fonti rinnovabili e per il risparmio energetico; 100 milioni di euro destinati all’operatività delle Zone Franche Urbane.  In sostanza, questi fondi dovrebbero uscire dalla disponibilità diretta dei ministeri per confluire nel fondo per l’economia reale. Per quanto riguarda il pacchetto dei fondi approvati, 4 miliardi di euro sono stati destinati ad arricchire il fondo per gli ammortizzatori sociali e 5 miliardi di euro sono stati assegnati al fondo infrastrutturale come gli interventi mirati alla difesa della città di Venezia, gli interventi nei sistemi metropolitani di Palermo, di Catania, del sistema regionale campano, di Bari, di Cagliari, di Roma, di Milano con particolare attenzione alle opere connesse all’Expo 2015 e gli interventi sulla rete idrica del Mezzogiorno. Gli altri 27 miliardi di euro del fondo per le aree sottosviluppate (FAS) sono state ripartite tra le regioni. L’assegnazione dei fondi, con relativo distoglimento di una quota rilevante di risorse spettanti alla regioni è frutto di un recente accordo tra governo e regioni, caratterizzato da un sostanziale scambio di favori. Il primo punto dell’accordo riguarda gli ammortizzatori sociali: per il biennio 2009-2010 il governo e le regioni impegnano 8 miliardi di euro per l’erogazione degli ammortizzatori in deroga, ovvero per tutti qui lavoratori dipendenti e atre figure attualmente non coperte dalla cassa integrazione; lo Stato mette a disposizione 5,35 miliardi di euro a fronte di 2,65 miliardi di euro del fondo sociale europeo regionale.

IL GIORNALE in prima in taglio medio “Tutti i soldi stanziati contro la crisi” e alle pagine 2 e 3 con una infografica che distribuisce a raggiera i 67,8 miliardi di euro fra infrastrutture, auto, ammortizzatori sociali, Tremonti bond, Fondo per l’economia reale. La riunione di Cernobbio è un’occasione di annunci: dal ministero del Turismo che «si farà entro un mese», al controllo del credito: «Ai prefetti solo il coordinamento», passando per il caso Englaro: «Non daremo mai il via libera all’eutanasia di Stato». IL GIORNALE fa un ritratto del Premier “Silvio il grande motivatore della squadra Paese” che, si legge, nel pezzo di Stefano Filippi, «non è l’ottimista a buon mercato, quello che deve dipingere di rosa la realtà a tutti i costi, ma quello che nelle difficoltà tiene assieme la squadra, la sprona, la spinge a tirare fuori il meglio in attesa che torni il sereno». In questo pezzo la notizia dell’assenza di Tremonti «il quale ha scelto di non presentarsi a Cernobbio dopo aver preso di petto il sistema bancario a partire da Bankitalia. Ma Berlusconi ha sottolineato che proprio con il ministro dell’Economia sta studiando la revisione del patto di stabilità per i Comuni in modo che quelli virtuosi possano spendere qualche soldo pubblico in più».

 

E inoltre sui giornali di oggi:

ASSISTENZA

IL SOLE 24 ORE – Apre su “Giallo-invalidi: 30% in più” (pag. 7). Oltre 2 milioni di beneficiari, 320mila richieste in più e 200mila controlli entro l’anno con l’operazione «Inver2009». Sono i numeri delle pensioni di invalidità, che dal 2004 sono cresciute di 2,13 milioni. Il numero dei titolari di assegno sono 36,5 ogni mille abitanti ma il numero cresce di molto al Sud e alle Isole, con un picco di 83,6 a Nuoro, 63,9 a Sassari e 63,3 a Oristano. Ripartono dunque i super controlli: al setaccio saranno passate 200mila posizioni. I sospetti si concentrano su titolari di patente e su chi ritira direttamente l’assegno.

 

CARCERE

CORRIERE DELLA SERA – Il ministro della Giustizia Alfano lancia l’allarme: «Carceri piene, fuori dalla Costituzione». Dietro le sbarre ormai ci sono 60.570 detenuti, circa lo stesso livello del pre-indulto. E i bambini detenuti sono 60. Alfano: già decisa la realizzazione di 17mila nuovi posti. Il presidente di Antigone Patrizio Gonnella: servono sanzioni alternative, prima dei nuovi penitenziari.

LA REPUBBLICA – “Le nostre carceri fuori dalla Costituzione”. La denuncia del ministro Angelino Alfano («non c’è umanità») e per questo ne costruiremo di nuove. Più interessante il dossier di Paolo Berizzi: “Celle strapiene  e prigioni fantasma i detenuti tornano all’era preindulto”. L’inviato visita il carcere di Gleno, a Bergamo, ancora incellofanato e molto accogliente (spazioso, con telecamere a circuito chiuso, ampie finestre). Una sorta di Grand Hotel della pena, ma vuoto da più di un anno. Come una ventina di altre carceri vuote e un’altra ventina sottoutilizzate. Per farle funzionare mancano gli agenti. E questo mentre i detenuti sono 60.570 (al momento dell’indulto erano 60.710). Ma il  piano carceri approvato prevede la costruzione di nuove strutture e non l’assunzione di nuovi agenti.

 

EDILIZIA

IL SOLE 24 ORE – “Piano casa, una partita a tre”. Al rilancio dell’edilizia, con il recupero di quartieri costruiti nel dopoguerra e che hanno raggiunto la soglia critica di invecchiamento e con la possibilità di ampliare del 20% i volumi delle costruzioni esistenti (come prevede il disegno di legge regionale approvato dalla giunta regionale del Veneto, che fa da modello per le altre regioni), Il Sole dedica il primo piano di pag. 2, 3 e 5. Il quotidiano fa una panoramica degli interventi possibili, dei relativi costi e degli strumenti (fondi, sconti, ecc.) messi a disposizione dalle amministrazioni locali. Ma “il vero nodo è l’intreccio delle norme”. Al momento il quadro  è ancora in piena evoluzione, «e alla fine potrebbe risultare molto disomogeneo per la sovrapposizione di norme nazionali, regionali e comunali». A livello normativo, poi, «non è difficile prevedere un conflitto tra il meccanismo del bonus di superfici e le norme che condizionano sotto più aspetti le attività edilizie: dall’uso di energie rinnovabili agli impianti, dalle strutture portanti alle norme sulle barriere architettoniche  e sui requisiti  acustici».

FAMIGLIA E DIRITTO

IL SOLE 24 ORE –  “Le coppie di fatto sperano nella Ue”. Fra i prossimi appuntamenti che i giudici europei hanno fissato con l’ordinamento italiano spicca quello con una domanda proposta dal Tribunale di Milano. Il convivente di una vittima del lavoro ha diritto, come spetta al coniuge, alla rendita Inail pari alla metà dello stipendio percepito dal lavoratore deceduto? O meglio: «La norma che prevede la corresponsione al solo coniuge, con esclusione quindi del convivente more uxorio,  è in contrasto o meno con i cardini del diritto comunitario?». La risposta arriverà nelle prossime settimane. Quanto all’esito è difficile fare previsioni, ma di certo una soluzione che in qualche misura allarghi il perimetro dei diritti dei conviventi in questo particolare ambito può aprire una breccia nella stessa direzione anche in altri settori.



RIFORME

IL SOLE 24 ORE –  “Atenei, più fondi dal merito”. Ai nastri di partenza i premi da 525 milioni per aumentare il budget di risorse da distribuire alle università virtuose: entro il 2011 gli incentivi dovrebbero salire fino a 2,54 miliardi. Il Miur ha tempo fino al 31 marzo per varare la nuova distribuzione, e sta studiando gli ultimi correttivi da applicare al modello. Ma fin da oggi è possibile stimare quali atenei stanno in pole position: Bologna, Padova e Torino sono le università che otterranno i benefici maggiori dalla svolta.



ISRAELE

CORRIERE DELLA SERA –  “Netanyahu dà gli Esteri al falco Lieberman – in Cisgiordania due agenti in un agguato”.  Viviana Mazza firma la corrispondenza: all’estrema destra di Yisrael Beitenu andrebbero anche i dicasteri di Sicurezza Interna, Infrastrutture, Turismo e integrazione. Però «Il lavoro di Netanyahu non è concluso: Yisrael Beitenu gli porta 15 deputati che si sommano ai suoi 27. Per ottenere la maggioranza della Knesset (totale 120 seggi) dovrà ottenere l’appoggio dei partiti religiosi se non di Kadima». L’annuncio dell’accordo è arrivato «poche ore dopo un agguato in cui sono morti due poliziotti israeliani in Cisgiordania. L’attacco è stato rivendicato dalle brigate del martire Imad Mughniyeh. Si tratterebbe di un gruppo palestinese legato a Hezbollah.

 

BANLIEUE

LA STAMPA – “Arriva nelle banlieue la rivolta dei Caraibi”. Un reportage di Domenico Quirico racconta il nuovo rigurgito di rivolta nelle periferie francesi, che si è ispirata alla guerriglia contro la polizia durate per settimane nei Caraibi (Guadalupa), dove «Elie Domata e i suoi sindacalisti- pretoriani, specialisti nella sassaiola contro la “polizia francocolonialista”» ha «messo a tacere ministri e prefetti» costringendo il governo «a inghiottire tutte le loro richieste di aumento dei sussidi». Da una settimana gli incidenti fra giovani e polizia in Francia sono ripresi con virulenza.

 

IRLANDA

LA STAMPA – “La Belfast che non odia più”. Un reportage mette in luce in cambiamenti avvenuti nella città irlandese e raccoglie le reazioni sui nuovi attacchi dei dissidenti dell’Ira: «una nuova guerra che nessuno vuole» è il giudizio unanime della società civile, ma anche della più grande organizzazione paramilitare unionista: «La gente mi chiede: “Per piacere non tornare indietro”» confida il capo dell’Ulster Defence Association (Uda).

 

DEGLOBALIZZAZIONE

CORRIERE DELLA SERA –  “Tanta crisi e poco lavoro: gli immigrati tornano a casa”. Una rilevazione dell’Onu certifica il drastico  calo dei flussi dal nord al sud del mondo, valutabile in -30%. Gli immigrati stimati nel mondo sono 200 milioni.

 

BIMBO ROM

IL GIORNALE – A pag. 10 la storia di “Gratian, tre anni, unico rom rimpatriato. E finito nelle fogne”. Nell’occhiello la sintesi: “Un’associazione di volontari lo toglie dalla strada a Roma, ma il Tribunale lo rimanda in Romania”. In Romania però è stato rimesso nella sua famiglia d’origine che lo aveva fatto vivere in condizioni di grave disagio, sulla strada appunto. Nel pezzo però non si dice qual è l’associazione che ha offerto ospitalità al piccolo in una casa famiglia di Roma. Sulla vicenda è intervenuta la parlamentare Elisabetta Zamparutti: «la Farnesina ha chiesto di essere aggiornata sulla situazione del piccolo e ha proposto a Bucarest di valutare il trasferimento del bambino in una struttura sociale italiana operante in Romania».

 

ADOZIONI INTERNAZIONALI

CORRIERE DELLA SERA –  La Bielorussia dopo un altro caso Vika negli Usa vieta le vacanze all’estero ai ragazzi di Chernobyl. Il blocco riguarda i ragazzi con più di 14 anni. Giovanardi: «Sarebbe  gravissimo, ma credo che il governo si attiverà per scongiurare questa ipotesi. Perché l’Italia ha sempre improntato i rapporti con la Bielorussia alla correttezza».


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