Sostenibilità

La crisi è servita

Gli ascquisti scendono rispetto al 2009 del 2,7% e dell'1,8%. Ancora giù carni, pesce e vini

di Redazione

Gli italiani risparmiano anche a tavola e la novità è che non sono più solo i cibi ‘superflui’ a essere penalizzati ma perfino prodotti di larghissimo consumo come il pane e la pasta. E, prendono sempre più piede gli acquisti al discount.

Lo rivela uno studio della Cia, Confederazione italiana agricoltori sui dati Ismea sugli acquisti agroalimentari nel 2010. Il pane e la pasta scendono rispetto al 2009 del 2,7% e dell’1,8%. Un segno che la crisi ancora morde e che, per fronteggiarla, i consumatori sono costretti a cambiare le loro abitudini alimentari. Partendo dalla scelta del canale di vendita: dimenticate le botteghe tradizionali o di quartiere, ora si passa obbligatoriamente per il discount.

“Tra i prodotti di largo consumo – osserva la Cia – a pagare di più la contrazione della domanda domestica sono stati, oltre a pane e pasta, le carni bovine (meno 4,6%nel confronto con il 2009), i prodotti ittici (meno 2,9 per cento), la frutta e gli agrumi (meno 1,8 per cento) e i vini e gli spumanti (meno 3,4 per cento). Ma se la flessione di bottiglie Doc e Docg è stata lieve (meno 0,2 per cento), lo stesso non si può dire per i vini comuni e Igt (meno 2,1 per cento) e per gli spumanti (meno 19,4 per cento)”. La discesa dei prezzi ha invece ”salvato” prodotti come l’olio e il latte. Nel 2010 infatti – ricorda l’associazione agricola – i consumi di olio extravergine d’oliva sono cresciuti del 4,1%annuo (ma a fronte di un calo dei prezzi del 5,6 per cento), mentre quelli di latte fresco e latte a lunga conservazione sono saliti rispettivamente del 2,2% e dello 0,9% (ma con prezzi giù del 3,7%e del 4,9 per cento).

Secondo lo studio vanno bene anche gli acquisti di carne di pollo, che è aumentata del 2,7% (ma con un netto ridimensionamento dei prezzi pari al meno 5 per cento), ma soprattutto degli ortaggi di quarta gamma (consumi a più 8% con prezzi in calo del 2,7%) e dei sostituti del pane (consumi a più 4,3% e prezzi giù dell’1,1). Sul fronte dei canali di vendita – continua la Cia – è continuato il declino del dettaglio tradizionale, che ha perso il 5,7% rispetto al 2009. Anche gli iper e i supermercati hanno lasciato per strada un 1,1%, mentre sono volati discount e liberi servizi, con una crescita rispettivamente dell’1,4 e del 6%. Un segnale che rende evidente la scelta di risparmio delle famiglie, resa ancora più chiara dal fatto che ormai il 30% degli italiani, proprio a causa delle difficoltà economiche, ammette di comprare prodotti di qualita’ inferiore e di rivolgersi quasi esclusivamente alle ”promozioni” commerciali.

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