Alessandra Diodati, si trova a Lampedusa come operatrice della
Croce Rossa Italiana. Si trova sull'isola da ieri. L'abbiamo raggiunta al telefono, mentre stava tenendo un briefing con i suoi colleghi per decidere le priorità delle prossime ore. Ecco la sua testimonianza.
Quanti operatori della Cri ci sono a Lampedusa?
«In questo momento siamo in cinque, più uno psicologo che si occupa del supporto morale di persone che –comprensibilmente, viste le contingenze- stanno vivendo attimi di prostrazione, angoscia e smarrimento. Mai come in questo momento, il supporto di uno specialista è fondamentale. Domani arriverà il mediatore arabo e eritreo per la lingua».
«Croce Rossa Italiana collabora da anni con UNHCR, OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) e Save the children al Progetto Presidium. Presidium è lo strumento atto al rafforzamento delle capacità di accoglienza e dei servizi per coloro che arrivano via mare -con particolare attenzione alle regioni della Calabria, Puglia e Sicilia».
Qual è il vostro ruolo in questi giorni?
«Prevalentemente la nostra attività è concentrata sul Restoring Family links. Consiste nel comunicare a chi ne fa richiesta la sorte delle persone care disperse. Sono ancora vivi, si ha notizia di loro? Siamo in grande difficoltà perché in questo momento non si ha ancora una stima certa dei cadaveri. Non possiamo dare risposte certe a chi, con disperazione, non aspetta altro che avere notizie positive».
Tra ieri e oggi, le richieste sono state sicuramente tante
«Siamo stati subissati di richieste, anche dalla comunità eritrea. Anche noi viviamo con angoscia questa situazione di attesa».
Per quanto tempo rimarrete?
«Non possiamo fare stime temporali. È tutto un work in progress, si tratta di organizzarsi giorno dopo giorno.L’isola è piccola, siamo pochi e dobbiamo essere il più efficaci possibile».
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