Sostenibilità

La costituzione aveva visto giusto

Lavoro,ambiente,pace.Dopo 60 anni il testo su cui si fonda la nostra Repubblica resta di una sorprendente capacità profetica

di Edoardo Patriarca

Civitas porrà l?attenzione su due anniversari, due ?sessantesimi?: la Dichiarazione universale dei diritti umani e la promulgazione della Costituzione. È un invito a ?ritrovare? le parole inscritte nella nostra Carta. Tre in particolare: lavoro, ambiente, pace, indicate nei principi fondamentali della nostra Repubblica, precisamente negli articoli 1, 9 e 11. Parole da ritrovare perché il tempo davanti a noi ci spinge a pensare una nuova stagione. La politica non è solo un programma, ma un?idea grande da coltivare, una visione del futuro che i padri costituenti sessant?anni fa seppero condividere.
L?Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, recita l?articolo 1. Cosa dirà questa citazione ai giovani di oggi? Forse poco. Per la generazione di mio padre, il lavoro era un bene comune prezioso, prezioso per la costruzione della propria personalità, prezioso per la propria famiglia, prezioso per progettare il futuro. Il lavoro era una dimensione strutturante la vita di tutti. Senza lavoro non nasce il desiderio di studiare, di acquisire competenze, di intraprendere. Insomma, il lavoro è valore costituente la Repubblica perché riguarda la dignità e la possibilità della persona e della comunità di realizzarsi. Oggi è ancora così? Il lavoro è cambiato, si è modificato il ritmo tra vita familiare e vita lavorativa, il valore del lavoro manuale è rimosso e affidato ai nuovi poveri. Eppure sono cresciute le opportunità: è possibile partecipare ad una mobilità virtuosa, più di prima si riesce a diventare imprenditori di se stessi, le opportunità formative si sono moltiplicate. Come ?ritrovare? nel terzo millennio la Repubblica fondata sul lavoro, o meglio sui lavori?

Ritrovare la bellezza
Nell?articolo 9 non si parla di ambiente, di ecologia, di sviluppo ecosostenibile o di energie alternative. Si riafferma il principio della tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione. Nazione e non Repubblica, forse a dire che questo deposito costituisce la base identitaria del Paese. Intravedo la preoccupazione dei padri costituenti dopo le distruzione provocate dalla guerra: il patrimonio paesaggistico e artistico ferito dai bombardamenti andava tutelato come bene comune per le future generazioni. Non è solo questione politica o tecnica, ma anche culturale: si tutela il paesaggio e il patrimonio artistico se si è cresciuti dentro una cultura che educa alla bellezza e a quelle sensibilità che ti fanno godere del paesaggio delle Cinque terre, della costiera Amalfitana o della Pianura padana immersa nelle sue brume e nebbie. L?abbruttimento del paesaggio, la diseducazione a leggere, la bellezza hanno prodotto i danni e la maleducazione che sono di fronte a noi. Sarà possibile ?ritrovare? la bellezza del nostro Paese?

L?articolo 11 afferma che l?Italia ripudia la guerra, e consente le limitazioni di sovranità se non è garantito un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni. A tale scopo promuove e favorisce le organizzazioni internazionali. Il movimento della pace in Italia e nel mondo ha compiuto un lungo percorso di maturazione e di consapevolezza. Ma occorre fare un salto. Profeticamente il nesso pace/giustizia è proposto nell?art. 11, come pure il dovere ad intervenire laddove i diritti umani sono violati e calpestati. E attorno a questo nesso si può ?ritrovare? la pace. Forse è necessaria una maggiore unità di intenti attorno ad obiettivi più generali e convergenti. Si è conclusa la stagione degli specialisti di settore o dei movimenti per aree tematiche. La sfida oramai è a tutto campo, la sfida è davvero globale. La sfida della difesa della dignità umana e dei beni comuni, e quella della costruzione di una economia di mercato finalmente a misura di persona.

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