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La corsa per fermare aids, malaria e tubercolosi avanza in Africa

Nel 2000 l’aids, la tubercolosi e la malaria insieme uccidevano 6 milioni di persone ogni anno. Il sesto obiettivo del millennio è stato dedicato a combattere questo trio di malattie mortali, garantendo l’accesso universale alle cure.

di Donata Columbro

Il sesto obiettivo del Millennio invita gli stati a sostenere interventi per fermare e iniziare a invertire, entro il 2015, la diffusione del virus dell’hiv, della malaria e della tubercolosi. Ad oggi è uno degli obiettivi che ha ricevuto i risultati più incoraggianti.

A che punto siamo sulla lotta all’Aids

Tra il 2001 e il 2012 il numero di nuove infezioni di hiv in Africa meridionale e centrale è sceso del 48% e del 54% tra il 2001 e il 2012.

A livello internazionale, alla fine del 2013 circa 12,9 milioni di persone hanno avuto accesso a una terapia antiretrovirale. Di queste, 11,7 milioni vivevano in paesi a basso e medio reddito. Se il trend continua, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità l’obiettivo di provvedere all’accesso universale alle terapie sarà raggiunto e superato entro il 2015.

I dati indicano inoltre che cala il pregiudizio percepito sul virus dell’hiv nei paesi a basso reddito. In Congo-Brazzaville, il 77% delle donne incinte che riceve cure prenatali ha effettuato volontariamente il test dell’hiv nel 2011, rispetto al 16% nel 2003.

Secondo il rapporto sugli Obiettivi del Millennio si riducono le infezioni e i casi di mortalità nei bambini sotto i cinque anni, grazie alla prevenzione della trasmissione tra madre e figlio, con un calo del 34,38% tra il 2005 e il 2012. Alla fine del 2012, erano più di 900mila le donne incinte affette da hiv che hanno ricevuto i trattamenti antiretrovirali: l’accesso alle cure è saluto dal 57% del 2011 al 62% nel 2012.

Al momento l’epidemia peggiore di aids si registra nell’Europa dell’Est e in Asia centrale. Anche se in Africa c’è il maggior numero di casi, è migliorato l’accesso ai farmaci e il numero di infezioni e di morti legate al virus è calato. In Asia invece l’accesso al trattamento e alla prevenzione è reso più difficile dalle politiche dei governi che contrastano le raccomandazioni dell’Onu per la lotta all’aids e in paesi come Indonesia, Malesia, Nepal e Pakistan i casi mortali aumentano invece di diminuire:


Contro la malaria vince la prevenzione

Tra il 2000 e il 2014 i casi mortali di malaria sono scesi del 47 per cento e dal 2000 al 2012 sono state salvate 3,3 milioni di vite, di cui il 90 per cento sono bambini con meno di cinque anni che vivono in Africa Subsahariana. L’Organizzazione mondiale della sanità attribuisce il progresso all’estensione degli interventi, tra cui un aumento dell’accesso ai test di diagnosi e alle cure e dell’uso di insetticidi.

Alla fine del 2014 il programma di prevenzione sostenuto dal Global fund, un fondo dedicato al finanziamento dei progetti per il sesto obiettivo del millennio, aveva distribuito 450 milioni di zanzariere trattate con insetticida, uno degli strumenti più importanti della lotta alla malaria.

In Benin, in Madagascar, in Rwanda e in Tanzania più del 70 per cento dei bambini sotto i cinque anni nel 2012 dormiva sotto una zanzariera. Ma la pratica non è ancora diffusa a livello universale e in paesi come Ciad, Camerun e Nigeria solo il 20% dei bambini dorme protetto, anche se si tratta di un aumento considerevole rispetto alla media del 2 per cento nel 2000.

Il progresso è stato significativo, ma la malaria è ancora una delle principali cause di morte nei paesi a basso reddito. La mortalità è scesa del 47 per cento dal 2000 al 2013 – con 584,000 casi mortali rispetto ai 985,000 nel 2000. In Africa subsahariana la riduzione è stata del 54%.

Nel sesto obiettivo si parla anche di tubercolosi e altre malattie tropicali.

I casi di tubercolosi sono scesi del 41% tra il 1990 e il 2013. Le morti sono diminuite del 45 per cento nello stesso periodo, con un successo del trattamento superiore all’85 per cento. Per quanto riguarda malattie come la lesmaniosi umana (Kala azar o “febbre nera” in Hindi) diffusa nei paesi del sud asiatico, i paesi sono sulla rotta per eliminare la diffusione del parassita (entro il 2020), uno dei virus più mortali dopo la malaria a livello globale. Inoltre, dal 2000 a oggi sono stati distribuiti più di 5 miliardi di trattamenti per le malattie collegate alle filariasi linfatiche. Secondo l’Oms, 39 dei 73 paesi dove la malattia è endemica riusciranno a eliminarla entro il 2020.

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