Non profit

La corsa all’innovazione della cooperazione sociale. Il 60% punta deciso su sanità leggera, agricoltura sociale ed energie rinnovabili

Un tendenza che fa "guadagnare"

di Stefano Arduini

Non innovare è come morire. Mai come oggi la massima di Christopher Freeman si adatta alla perfezione alla condizione della cooperazione sociale. Non sorprende dunque che a “dare il la” al dibattito sul futuro del comparto a vent’anni dalla sua nascita ufficiale, nel corso di “Noi welfare: le cooperative sociali per l’Italia della crescita solidale”, la due giorni romana di Federsolidarietà-Confcooperative “per il Ventesimo”, sia stata la ricerca sull’innovazione delle cooperative sociali in Italia realizzata dall’Euricse – European institute on cooperative and social enterprise. Ecco i passi più salienti dello studio.

I numeri
Oltre 60% delle cooperative sociali italiane ha realizzato, negli ultimi tre anni, attività innovative. L’80% di queste cooperative ha avuto vantaggi economici dai processi innovativi adottati. Il 32% delle cooperative sociali interpellate è in condizioni di crescita. Percentuale decisamente superiore a quella sperimentata per altre organizzazioni in altre settori dell’economia. Tra i soggetti che innovano, il 37% ha sviluppato nuovi servizi, il 28% ha individuato nuovi utenti e il 60% ha attuato misure di miglioramento organizzativo interno. Il 59,7% delle cooperative sociali, infine, copre nuovi rischi, che sono scoperti dal welfare istituzionale.
Ma da cosa deriva questa vocazione? Secondo i ricercatori, proprio in forza della loro natura privata e del loro fine sociale le cooperative sociali sono particolarmente adatte a svolgere le funzioni di innovazione. Inoltre, il coinvolgimento della società civile permette di fare emergere nuove risorse aggiuntive in termini di capitale sociale territoriale, tanto è vero che il 34% delle cooperative sociali riceve donazioni.

I nuovi servizi
Negli ultimi anni molte organizzazioni hanno sperimentato percorsi nuovi di erogazione di servizi: la sanità leggera, i servizi di sostegno alle famiglie, la riqualificazione urbana e territoriale, il turismo sociale e le attività finalizzate allo sviluppo locale. Tra le attività svolte vi sono l’agricoltura sociale, l’inserimento lavorativo in settori economici innovativi come quello delle energie rinnovabili e le attività rivolte a disoccupati di lunga durata o lavoratori che hanno perso l’occupazione a seguito della crisi economica.
L’innovazione totale significa per la cooperazione sociale anche un allargamento del focus degli interventi verso quelle categorie di individui che non rientrano nel welfare tradizionale: i cosiddetti “nuovi rischi sociali”. Ovvero i gruppi sociali interessati dalle conseguenze dei cambiamenti nel mercato del lavoro da un lato e, dall’altro, coloro che vivono le modificazioni della struttura della famiglia (quali ad esempio donne sole con figli, genitori separati, anziani che vivono in casa senza supporti intra o extra familiari).


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