Mondo

La cooperazione italiana dà segni di vita. Era ora

Dopo mesi di attesa, parte il programma Ross. 15 milioni di euro per rilanciare un Paese trafitto dalla guerra. Parla il coordinatore, Paolo Bononi

di Joshua Massarenti

E ora al lavoro. Dopo mesi di tentennamenti e promesse non mantenute, i finanziamenti destinati alle 17 ong italiane attive in Libano sono diventati una realtà.«Tutti i progetti sono ormai operativi», assicura da Beirut Paolo Bononi, coordinatore del programma d?emergenza finanziato dal ministero degli Esteri tramite la cooperazione italiana. Si chiama Ross (riabilitazione, occupazione, servizi e sviluppo) e sintetizza le quattro aree di intervento in cui le ong (tra le quali Intersos, Cesvi e Coopi) si impegnano in 103 località sparse sul territorio libanese.

All?indomani della Conferenza internazionale di Oslo, subito dopo la crisi, il governo italiano aveva promesso 30 milioni di euro di finanziamenti a favore del Libano: 15 milioni per il programma Ross (di cui 13 alle ong, il resto gestiti direttamente dall?ufficio della Cooperazione allo sviluppo capeggiato da Bononi); altri 10 milioni a titolo multilaterale e gli ultimi 5 milioni destinati a ministeri chiave del governo libanese.

«Parte dei fondi li abbiamo ricevuti», conferma il coordinatore di Intersos in Libano, Lucio Melandri, che spiega: «Ogni ong dovrebbe ricevere in media tra i 400mila e i 500mila euro. Una prima metà è già stata erogata, il resto arriverà dopo una rendicontazione sulla prima fase di attività. Gli italiani possono stare tranquilli, è tutto in regola». Dal suo ufficio di Beirut, Bononi conferma che «la collaborazione tra la cooperazione italiana e le ong sta procedendo in maniera molto positiva».Vita: Dopo la guerra si parlava di un Paese ginocchio. Oggi a che punto siamo?Paolo Bononi: I libanesi hanno reagito alla crisi con meccanismi di risposta molto efficaci. Quindi possiamo dire che l?emergenza è stata in gran parte superata. I tipici effetti collaterali che si verificano in una fase post conflict e di cui le epidemie sono il sintomo più frequente, in Libano non esistono.

Vita: Quindi qual è il compito del programma Ross?
Bononi: Il Ross promuove 25 programmi d?assistenza in una fase che potremmo definire di post emergenza, se non addirittura di sviluppo. Il 60% delle nostre azioni sono rivolte al settore economico, in particolar modo al sostegno delle cooperative e dei Comuni. In altre parole il progrmma Ross sostiene progetti di sviluppo localeper ricostruire un tessuto socio-economico lacerato dalla guerra con lo scopo di frenare le ondate migratorie che continuano ad abbattersi nelle città.

Vita: Perché la gente continua a abbandonare le aree rurali?
Bononi: Per colpa delle cluster bomb disseminate nei campi. Nonostante le operazioni di bonifica, se ne contano ancora centinaia di migliaia, il che impedisce qualsiasi tipo di attività agricola. Non è un caso se gran parte dei nostri progetti sono concentrati nelle aree rurali, il 70% dei quali nel sud del Libano, la zona più povera.

Vita: Che pieghe prendono i vostri interventi nelle comunità?
Bononi: Il programma Ross si concentra sulla crescita economica delle cooperative, sviluppando ad esempio prodotti in misura di competere sul mercato nazionale, se non su quello internazionale. Questo è l?aiuto richiesto dai produttori agricoli libanesi. E proprio per questo abbiamo deciso di coinvolgere non solo le ong, ma anche attori imprenditoriali come Legacoop e Slowfood nel caso dei microprogetti biologici.

Vita: Che durata prevede il programma Ross?
Bononi: La prima fase è iniziata nell?ottobre scorso e si concluderà nel marzo 2008. A questa seguirà una seconda e ultima fase in cui ulteriori 30 milioni di euro, già promessi, serviranno a rafforzare l?impatto dei progetti sostenuti nella prima fase, molti dei quali saranno gestiti direttamente dai libanesi.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.