Policy
La cooperazione internazionale? Il suo scopo è creare sviluppo, non bloccare le migrazioni
Si è tenuta presso la Farnesina la tavola rotonda sul nesso migrazione e sviluppo nella Cooperazione Internazionale. Un momento di confronto nell'ambito del premio Paolo Dieci fra alti funzionari del ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale e rappresentanti della società civile
di Redazione
In occasione della premiazione finale del Premio Paolo Dieci 2023, si è tenuta presso la Farnesina la tavola rotonda sul nesso migrazione e sviluppo nella Cooperazione Internazionale. Il panel moderato da Stefano Arduini direttore di VITA, ha visto la partecipazione di presenze istituzionali quali il vicedirettore generale/ direttore centrale per le Politiche Migratorie e la Mobilità Internazionale, Stefano Bianchi, Marco Rusconi, capo ufficio Africa e vicario del vicedirettore generale/ direttore centrale per le politiche bilaterali di cooperazione allo sviluppo e gli interventi di emergenza . La tavola rotonda ha inoltre visto la partecipazione di Sandro De Luca, direttore del Cisp – Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli, Annachiara Moltoni, responsabile Elis Ong – Sviluppo Inclusivo e Sostenibilità, Cleophas Adrien Dioma, presidente Associazione Le Réseau.
“La migrazione è parte integrante dei processi di sviluppo; è un fenomeno che coinvolge in profondità di ogni Paese; le società che generano flussi migratori stanno vivendo cambiamenti profondi nei sistemi economici e sociali. Pensare alla cooperazione come strumento per ridurre nel breve termine i flussi migratori si è dimostrato inefficace, mentre rimane uno strumento assolutamente fondamentale per sostenere processi positivi. È necessario però uno sguardo diverso. La migrazione non può essere vista solo come un problema e una patologia”, ha spiegato Sandro De Luca.
Ha poi enfatizzato la necessità di guardare alla migrazione da una prospettiva diversa, specialmente attraverso gli occhi dei giovani africani che percepiscono la migrazione come l’opportunità per cercare un futuro migliore per sé stessi. Proprio questa prospettiva è cruciale per orientare le iniziative della cooperazione internazionale verso la creazione di sistemi di opportunità di inserimento lavorativo, di impiego e di impresa che per i giovani siano visibili e concreti. Opportunità nei loro paesi o nella regione, ma anche, attraverso strumenti normativi innovativi, creando possibilità di migrazione regolare come una delle possibilità. Il dialogo con i giovani dei Paesi e con la società civile, insieme al dialogo con i governi, rimane uno strumento fondamentale. De Luca ha sottolineato la necessità di investire tempo e risorse nei networking e nella collaborazione tra gli attori della cooperazione. Proprio per costruire questi sistemi di opportunità un gruppo di enti di Link 2007 sta costruendo un progetto che cerca di tradurre questi principi in azioni concrete, coinvolgendo ong, reti di organizzazioni giovanili e istituzioni locali, istituzioni della microfinanza e delle diaspore. Questo approccio sinergico, in cui tutte le componenti collaborano in modo coeso, è essenziale per far emergere un sistema di opportunità concreto e sostenibile.
“È imperativo considerare innanzitutto che la migrazione è un fenomeno strutturale nella storia ed economia dei Paesi. Dobbiamo percepire la migrazione come una reazione agli ampi squilibri che caratterizzano le nostre economie e i sistemi sociali, con un focus particolare sugli squilibri del mercato del lavoro a livello globale“, ha dichiarato Annachiara Moltoni. Ha continuato sottolineando un secondo fattore fondamentale: “Assistiamo a un cambiamento nella natura della migrazione, che sta diventando sempre più un fenomeno circolare. I paesi di origine non sono più solo punti di partenza, ma stanno diventando destinazioni di ritorno. In questa prospettiva, non possiamo più considerare il fenomeno migratorio in modo isolato. La direttrice di ELIS ha poi approfondito un terzo elemento cruciale: “Dobbiamo integrare la componente economica nel fenomeno migratorio. L’approccio della tripla win diventa essenziale.”
In questa prospettiva la migrazione regolare per motivi di lavoro emerge come una componente chiave, aprendo la strada a un approccio più mirato ed efficace.
“Come rappresentante delle piccole e medie imprese della Diaspora, conosco bene le difficoltà che ogni giorno affrontano le diaspore e chiaramente penso che queste realtà abbiano bisogno della cooperazione italiana. Noi siamo già operativi nei territori e abbiamo contribuito anche alla nascita delle reti territoriali perché per noi è molto importante avere delle realtà che facciano parte del territorio italiano. In tal senso, il piano Mattei rappresenta solo una piccola parte della storia della relazione della cooperazione italiana con il mondo“, commenta Cleo Adrien Dioma.
Gli interventi di alto livello che hanno caratterizzato la tavola rotonda hanno messo in luce la necessità di adottare un approccio integrato alla migrazione. Tra gli obiettivi principali, permane il focus sull’importanza di governare e regolare i flussi migratori con canali appropriati, come esplicitato anche dal vice direttore Stefano Bianchi.
“Parlando del nesso migrazione e sviluppo, mi viene in mente la parola intreccio. Questa parola, penso, renda molto bene le sinergie e le sovrapposizioni che ci sono tra la cooperazione e la migrazione”, dichiara Marco Rusconi. Continua commentando, “nel nostro sistema di cooperazione, come citato anche dalla legge 125/2014, si parla di soggetti di cooperazione. Innanzitutto, il migrante è un soggetto, e le organizzazioni della diaspora sono attori che possono apportare contributi al decisore politico per orientare la rotta. L’Italia da questo punto di vista è ancora un po’ indietro. Oggi, la formazione è una chiave fondamentale per la crescita e l’accompagnamento della persona nel mondo lavorativo, ma anche di incentivo e inclinazione all’imprenditorialità.”
In chiusura, Rusconi riflettendo sul piano Mattei, sottolinea: “È fondamentale inserire le diaspore all’interno del Piano, evidenziando l’importanza del partenariato. Lavorare con un approccio integrato, multilivello e multi-attore rimane cruciale nell’ambito della cooperazione internazionale, soprattutto quando si affronta il fenomeno migratorio.”
Foto: un momento della tavola rotonda/archivio VITA
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