Mondo
La cooperazione decentrata alla conquista di Bruxelles
L'assise dei 300 rappresentanti di autorità locali e regionali di tutto il mondo
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Politiche più coerenti permetterebbero all’Unione di risparmiare fra i 3 e i 6 miliardi da oggi al 2015. Da qui
il cambio di strategia degli enti territoriali La cooperazione decentrata fa un passo in più verso il pieno riconoscimento da parte delle istituzioni europee dell’apporto essenziale che possono offrire gli attori locali e regionali nella lotta contro la povertà nel mondo.
È questa la sintesi delle Assise della cooperazione decentrata che si sono tenute il 2 dicembre scorso a Bruxelles presso il Comitato delle Regioni. Una prima edizione segnata dalla presenza di circa 300 rappresentanti di autorità locali e regionali di tutto il mondo, giunti nella capitale europea per confrontarsi a viso aperto con le istituzioni europee.
Il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, la pensa allo stesso modo: «Urge un riconoscimento reale del ruolo politico delle autorità locali. Le aperture fatte dalla Comissione in questi ultimi anni sono positive e queste Assise segnano un ulteriore passo avanti verso una piena accettazione della cooperazione decentrata, ma c’è ancora molto da lavorare».
Augurandosi «una piena collaborazione tra le istituzioni europee e le autorità locali», il presidente del Comitato delle Regioni, Luc Van den Brande, ha ricordato che «l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona rafforzerà il principio di sussidiarietà, consentendo agli attori locali di poter difendere meglio i loro interessi a Bruxelles».
Non a caso alle Assise è stato presentato un Atlas sulla cooperazione decentrata. Altra iniziativa concreta: l’organizzazione di un seminario proposto dalla Commissione per ascoltare le autorità locali e includere le loro osservazioni in un pacchetto che l’Unione Europea presenterà tra aprile e maggio 2010 in vista del Summit mondiale sugli Obiettivi del Millennio che si terrà in settembre presso le Nazioni Unite.
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