Cultura

La consulta si pronuncia contro il fanatismo

Martedì 7 marzo si è riunita per la seconda volta la Consulta per l’Islam italiano. L’ordine del giorno prevedeva una riflessione sull’integrazione.

di Sara De Carli

Martedì 7 marzo si è riunita per la seconda volta la Consulta per l?Islam italiano. L?ordine del giorno prevedeva una riflessione sull?integrazione. Molte le proposte sul tavolo di Pisanu, raccolte in due documenti: uno presentato da Nour Dachan (Ucoii), l?altro da Souad Sbai (Confederazione Marocchini in Italia). Nel documento dell?Ucoii si parla di ora di religione islamica e lingua araba come materia a scelta, di alimentazione lecita nelle mense e della possibilità di uscire dal lavoro per la preghiera del venerdì, di banche islamiche e di parità nella destinazione delle case. Il documento presentato da Souad Sbai propone sermoni in italiano nelle moschee e corsi di laurea nelle università italiane per la formazione degli imam, ma soprattutto esplicita una serie di principi, a cominciare (ed è una novità) dal rifiuto di ogni estremismo e fanatismo ideologico. Il documento afferma poi «la libertà di coscienza religiosa come valore universale, libertà che dovrebbe essere pienamente attuata in ogni paese musulmano». Due membri non hanno firmato il documento: Nour Dachan e Kalid Chaouki, che si sono riservati una settimana di tempo per analizzarlo. La Consulta ha condannato «l?esperienza-ghetto» della scuola di via Quaranta a Milano. Prossimo appuntamento il 28 marzo, data per cui Pisanu – rivela lo scrittore Younis Tawfik – ha chiesto di presentarsi «non solo con un elenco di problemi, ma con delle soluzioni».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA