Non profit
La Consulta Nazionale del Volontariato e Csvnet rispondono al Movi
La Consulta Nazionale del Volontariato presso il Forum del Terzo Settore e CSVnet risponde alla lettera aperta del Mo.V.I. alle organizzazioni di volontariato
di Redazione
In riferimento alla ?lettera aperta del Mo.V.I. alle organizzazioni di volontariato?, la Consulta Nazionale del Volontariato presso il Forum del Terzo Settore e CSVnet ritengono doveroso precisare alcuni aspetti:
1. La gratuità, si legge nella lettera, cozza con l’impegno delle organizzazioni di volontariato nei servizi complessi il cui svolgimento spetterebbe ad altri. A questo proposito va detto che tali servizi non vengono assegnati al volontariato con appalti, cui il volontariato non può partecipare, ma mediante convenzioni previste dall’articolo 7 della legge 266/91, che tutelando e pressupponendo il valore della gratuità dell’opera volontaria prevede esclusivamente il rimborso delle spese sostenute all’associazione. Il documento presentato alla V Conferenza di Napoli da Forum del Terzo Settore, Consulta Nazionale del Volontariato afferma che il volontariato vuol essere soggetto politico che, insieme alle altre componenti del terzo settore, concerta con le istituzioni la legislazione sociale, i programmi, la coprogettazione, la realizzazione dei servizi e il controllo della loro qualità.
Partecipa alla realizzazione degli stessi servizi recando in essi il valore aggiunto della motivazione volontaria. Ad esempio nella protezione civile e nell’impegno per l?ambiente, entrambi servizi molto complessi, il volontariato svolge un ruolo primario ed insostituibile. Si deve inoltre considerare che altri servizi complessi, come il trasporto sanitario e di emergenza sono – per l’assenza di un servizio pubblico – storicamente svolti in Italia per l’80% dal volontariato con oltre 200.000 volontari e quasi 10.000 ambulanze. Le cose non possono cambiare di colpo senza mettere in crisi il sistema e la salute dei cittadini. Progressivamente le associazioni che gestiscono tali servizi potranno istituire forme di gestione autonoma controllandone la qualità.
2. Il tema del finanziamento del volontariato che viene descritto nella lettera in maniera difficile da condividere: a quanto ci risulta nessuna organizzazione di volontariato chiede o ottiene finanziamenti pubblici per pagare sedi o strumentazioni di funzionamento, a questo provvedono semmai i soci delle associazioni.
Anzi, quando l? allora Sottosegretaria Sestini fece la proposta di modificare l’articolo 15 della 266/91, prevedendo fra l’altro la concessione di contributi alle associazioni per la loro gestione ordinaria, tutte le associazioni di volontariato respinsero tale ipotesi, determinandone di fatto la caduta. Il volontariato ha chiesto ed ottenuto già con la Legge 266/91 i servizi che lo aiutino a svolgere il proprio ruolo attraverso l?istituzione dei Centri di Servizio per il Volontariato
3. La parte relativa alla progettazione sociale appare poi sinceramente incomprensibile. I progetti sociali non finanziano le associazioni. Anzi queste sono tenute a cofinanziare i progetti stessi. La progettazione sociale è invece una modalità per l’assunzione di un nuovo ruolo del volontariato:
– capacità di leggere i bisogni del territorio;
– capacità di progettare, realizzare, sperimentare, modelli
d’intervento per la loro soddisfazione nell’ambito di una
linea di sviluppo locale e nazionale;
– capacità di ottenere ricadute positive nei territori.
Coerentemente a ciò nel Progetto Sud il volontariato svolge il suo ruolo primario attraverso il patto parasociale che fra l?altro regola la composizione degli organi della Fondazione per il Sud e ne controlla gli atti fondamentali. Infine sulla funzione di rappresentanza del volontariato che non può prescindere dalla base sociale,
4. Infine sulla funzione di rappresentanza del volontariato dobbiamo riaffermare con forza che essa non può che fondarsi sulla rappresentatività ovvero sulla base sociale, principio fondante della democrazia. Se il ruolo del volontariato è quello sopra richiamato, la funzione di rappresentanza non potrà mai essere efficace se affidata a piccole lobbies non democraticamente legittimate.
Se il nostro progetto è che il volontariato in Italia (ed in Europa) divenga innanzitutto soggetto politico per la promozione e la difesa dei diritti dei cittadini, così come per l’assunzione personale e collettiva di responsabilità, la sua rappresentanza deve essere forte ed unitaria.
Da questo punto di vista è significativamente positivo il lavoro svolto negli ultimi anni da reti nazionali di diversa ispirazione tutte consapevoli di questa necessità.
La lettera aperta del Mo.V.I. pone inoltre una questione di metodo e di rapporto all’interno delle reti di volontariato. Infatti il Mo.V.I. aderisce al Forum del Terzo Settore e alla Con.Vol.
Forum del Terzo Settore, Consulta, Con.Vol, con la condivisione di CSV.net e Caritas hanno presentato alla V Conferenza Nazionale del Volontariato un documento con analisi e proposte comuni, discusso ed approvato nelle rispettive sedi dalle componenti delle diverse reti. Non risulta che il Mo.V.I. in quelle sedi abbia avanzato osservazioni o proposte alternative. Contemporaneamente però, con la sua lettera aperta, contesta nei contenuti il documento unitario. Sembra una presa di distanza e una rinuncia a partecipare al dibattito interno alle reti, per presentarsi in maniera autonoma.
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