Politica
La consulta? È in via dell’integrazione
Il 10 dicembre a Roma si vota: per la seconda volta gli immigrati sono chiamati alle urne per eleggere i loro rappresentanti in consiglio comunale e alla Consulta degli stranieri
di Redazione
Il 10 dicembre a Roma si vota, ma nessuno lo sa. Veltroni e tutta la sua giunta rimarranno al loro posto, i candidati sono altri e anche gli elettori. Per la seconda volta, dopo il 2004, gli immigrati sono infatti chiamati alle urne per eleggere i loro rappresentanti in consiglio comunale (consiglieri aggiunti) e alla Consulta degli stranieri. Da quando, nel 1990, la legge Martelli ha dato a Comuni e Province la possibilità di dotarsi di organismi di partecipazione degli immigrati, di consulte si parla poco. Di tanto in tanto riemergono nelle cronache locali. Ma niente di più. Eppure, secondo una ricerca di Asgi – Associazione italiana studi giuridici e Fieri – Forum internazionale ed europeo di ricerche sull?immigrazione in Italia sono 36 i Comuni che si sono dotati di questi strumenti e in alcuni casi si tratta di esperienze più che decennali. L?obiettivo è sempre lo stesso: l?integrazione. Il metodo? Fare sedere allo stesso tavolo istituzioni e rappresentanti delle comunità di stranieri. Si tratta di piccoli laboratori d?integrazione che lavorano a livello micro: più al Nord che al Sud, nelle grandi città come nei piccoli paesi. La regione che ci crede di più è l?Emilia Romagna: nel suo territorio ha otto esempi di consulte comunali.
Una delle prime iniziative che le consulte abitualmente promuovono è la mappatura e razionalizzazione delle attività che già si svolgono sul territorio. A Firenze, hanno fatto anche di più: una vera e propria Guida della cittadinanza nuova. «È un aiuto ad orientarsi nelle necessità pratiche e burocratiche dei primi tempi», spiega Divina Capalad, presidente del Consiglio degli stranieri. A San Giuliano Milanese, l?osservazione delle esperienze presenti sul territorio ha portato a una maggiore razionalizzazione. «Le nostre scuole avevano tre diversi protocolli per l?accoglienza degli alunni stranieri», racconta Luca Alberti dell?Ufficio stranieri. «Ora ne abbiamo uno, una sorta di carta dei diritti e dei doveri nella quale si mette in chiaro cosa i genitori possono chiedere alla scuola e cosa a loro si richiede».
Ma le consulte non sono solo degli uffici stranieri con qualche competenza in più. Si punta più in alto. All?integrazione. A Cesena la consulta ha istituito un ?laboratorio contro il razzismo? che aiuta in caso di episodi di discriminazione. In Comune, una volta a settimana si riunisce un pool di avvocati, sindacalisti, rappresentanti del Comune e della Questura per dare consulenza a chi ritiene di esser stato vittima di razzismo.
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