Cultura

La condivisione come standard di vita

Francesco ieri, Francesco oggi. Parla Franco Cardini: per il grande storico il genio dell’ordine francescano sta nell’identificazione con chi ha bisogno. Anche adesso

di Emanuela Citterio

Del francescanesimo, Franco Cardini sembra conoscere tutte le pieghe. Medievalista, docente all?università di Firenze, è autore di una biografia di Francesco d?Assisi diventata punto di riferimento imprescindibile per gli storici. Ma per lui lo spirito del francescanesimo è anche una prospettiva con cui leggere l?attualità. Dal dialogo con l?Islam ai temi della globalizzazione, fino alle sfide sociali di oggi e alle relative risposte. Vita: Professore, chi è san Francesco oggi? Esistono forme di carità che hanno saputo conservare lo spirito del suo messaggio? Franco Cardini: Sono molte e in apparenza non coordinate fra loro. Parlerei di spirito francescano, che attraversa opere, ma anche atteggiamenti e stili di vita. Penso, per esempio, alle nuove forme di volontariato nei Paesi del sud del mondo. Tutte in un modo o nell?altro si rifanno a un archetipo francescano. Ma anche alle iniziative della Chiesa missionaria, che ha abbandonato almeno in parte la volontà di convertire a tutti i costi e sottolinea di più l?aspetto della compartecipazione e della condivisione. Vita: All?interno del francescanesimo c?è ancora diversità di approccio, per esempio tra Minori e Cappuccini? Cardini: I Cappuccini hanno tradizionalmente sviluppato una vocazione più precisa a certe forme di carità. I Minori sottolineano più l?aspetto della testimonianza. Mentre i Conventuali sono legati a una dimensione più concettuale e di custodia della dottrina. Sono forme complementari rispetto al messaggio francescano. L?Ordine cappuccino si è sviluppato nel sedicesimo secolo sulla base di necessità sociali cogenti e ha mantenuto forte questo rapporto con la povertà. Fino al limite della pratica della cura dei cimiteri, per esempio, che potrebbe sembrare un fatto di manutenzione urbana, ma che invece è l?atto estremo della carità. E quindi ha un valore normativo molto importante. Chi vive dall?interno questa esperienza, sulle prime la vive male, vorrebbe fare cose più importanti, invece viene costretto dalla congregazione a queste opere che appaiono secondarie. Questo per dire lo spirito della riforma cappuccina, che ha corso anche molti rischi sul piano dell?ortodossia. Il fondatore, per esempio, è diventato protestante, c?è stata sulle prime una perdita della dimensione disciplinare per l?esperienza caritatevole. Era un rischio da correre. Il francescanesimo non è mai stato un?esperienza spiritualmente comoda. Vita: Uno degli episodi più ricordati della vita di san Francesco è la sua visita al Saladino. C?è ancora questa vocazione al dialogo? Cardini: Il francescanesimo è storicamente segnato dalla vocazione al rapporto con gli altri. Con i musulmani in particolare: fin dal tempo di Francesco e dell?istituzione della Custodia francescana in Terra Santa. Più in generale, la testimonianza di Francesco è quella di un cristiano in un mondo che non è cristiano. Non si tratta solo dell?Islam. Il lavoro di conversione non si fa tanto esplicitando istanze proselite, quanto con una testimonianza della propria vita, a partire dalla condivisione con i poveri. Al di là del rapporto con l?Islam, l?essenza del francescanesimo è la volontà di rapportarsi con chi non è cristiano con uno spirito di umiltà ma nello stesso tempo di testimonianza. Nel tredicesimo secolo valeva soprattutto in relazione al mondo musulmano, che era un mondo a sua volta di credenti. Oggi vale forse soprattutto nei confronti di un mondo che dà al Cristianesimo magari fiducia e ammirazione, ma sostanzialmente vive come se Dio non ci fosse. Vita: C?è stato un san Francesco nel nostro secolo? Cardini: L?esperienza più vicina è quella di madre Teresa di Calcutta, anche se lei non si rifaceva esplicitamente ed esclusivamente al francescanesimo. È quella del vivere la carità e del rinunziare alla potenza. Vita: C?è una parola che declina il sociale in termini francescani? Cardini: Corresponsabilità. Condivisione. Lo stile di Francesco non è solo sovvenire a chi ha bisogno, ma anche l?identificazione profonda con chi ha bisogno. Con la scelta della povertà, della rinuncia al proprio ?standard di vita?. La beneficenza è sempre doverosa e meritoria, ma senza questa intima adesione rischia di diventare anch?essa un gesto formale e meccanico.


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