Cultura
La condivisione come standard di vita
Francesco ieri, Francesco oggi. Parla Franco Cardini: per il grande storico il genio dellordine francescano sta nellidentificazione con chi ha bisogno. Anche adesso
Del francescanesimo, Franco Cardini sembra conoscere tutte le pieghe. Medievalista, docente all?università di Firenze, è autore di una biografia di Francesco d?Assisi diventata punto di riferimento imprescindibile per gli storici. Ma per lui lo spirito del francescanesimo è anche una prospettiva con cui leggere l?attualità. Dal dialogo con l?Islam ai temi della globalizzazione, fino alle sfide sociali di oggi e alle relative risposte.
Vita: Professore, chi è san Francesco oggi? Esistono forme di carità che hanno saputo conservare lo spirito del suo messaggio?
Franco Cardini: Sono molte e in apparenza non coordinate fra loro. Parlerei di spirito francescano, che attraversa opere, ma anche atteggiamenti e stili di vita. Penso, per esempio, alle nuove forme di volontariato nei Paesi del sud del mondo. Tutte in un modo o nell?altro si rifanno a un archetipo francescano. Ma anche alle iniziative della Chiesa missionaria, che ha abbandonato almeno in parte la volontà di convertire a tutti i costi e sottolinea di più l?aspetto della compartecipazione e della condivisione.
Vita: All?interno del francescanesimo c?è ancora diversità di approccio, per esempio tra Minori e Cappuccini?
Cardini: I Cappuccini hanno tradizionalmente sviluppato una vocazione più precisa a certe forme di carità. I Minori sottolineano più l?aspetto della testimonianza. Mentre i Conventuali sono legati a una dimensione più concettuale e di custodia della dottrina. Sono forme complementari rispetto al messaggio francescano. L?Ordine cappuccino si è sviluppato nel sedicesimo secolo sulla base di necessità sociali cogenti e ha mantenuto forte questo rapporto con la povertà. Fino al limite della pratica della cura dei cimiteri, per esempio, che potrebbe sembrare un fatto di manutenzione urbana, ma che invece è l?atto estremo della carità. E quindi ha un valore normativo molto importante. Chi vive dall?interno questa esperienza, sulle prime la vive male, vorrebbe fare cose più importanti, invece viene costretto dalla congregazione a queste opere che appaiono secondarie. Questo per dire lo spirito della riforma cappuccina, che ha corso anche molti rischi sul piano dell?ortodossia. Il fondatore, per esempio, è diventato protestante, c?è stata sulle prime una perdita della dimensione disciplinare per l?esperienza caritatevole. Era un rischio da correre. Il francescanesimo non è mai stato un?esperienza spiritualmente comoda.
Vita: Uno degli episodi più ricordati della vita di san Francesco è la sua visita al Saladino. C?è ancora questa vocazione al dialogo?
Cardini: Il francescanesimo è storicamente segnato dalla vocazione al rapporto con gli altri. Con i musulmani in particolare: fin dal tempo di Francesco e dell?istituzione della Custodia francescana in Terra Santa. Più in generale, la testimonianza di Francesco è quella di un cristiano in un mondo che non è cristiano. Non si tratta solo dell?Islam. Il lavoro di conversione non si fa tanto esplicitando istanze proselite, quanto con una testimonianza della propria vita, a partire dalla condivisione con i poveri. Al di là del rapporto con l?Islam, l?essenza del francescanesimo è la volontà di rapportarsi con chi non è cristiano con uno spirito di umiltà ma nello stesso tempo di testimonianza. Nel tredicesimo secolo valeva soprattutto in relazione al mondo musulmano, che era un mondo a sua volta di credenti. Oggi vale forse soprattutto nei confronti di un mondo che dà al Cristianesimo magari fiducia e ammirazione, ma sostanzialmente vive come se Dio non ci fosse.
Vita: C?è stato un san Francesco nel nostro secolo?
Cardini: L?esperienza più vicina è quella di madre Teresa di Calcutta, anche se lei non si rifaceva esplicitamente ed esclusivamente al francescanesimo. È quella del vivere la carità e del rinunziare alla potenza.
Vita: C?è una parola che declina il sociale in termini francescani?
Cardini: Corresponsabilità. Condivisione. Lo stile di Francesco non è solo sovvenire a chi ha bisogno, ma anche l?identificazione profonda con chi ha bisogno. Con la scelta della povertà, della rinuncia al proprio ?standard di vita?. La beneficenza è sempre doverosa e meritoria, ma senza questa intima adesione rischia di diventare anch?essa un gesto formale e meccanico.
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