Sostenibilità

La comunità delle famiglie “no spreco”

I comportamenti virtuosi di un network di 1.500 nuclei

di Maurizio Regosa

Sono tutti iscritti a un sito della Coop. Fra loro Marco Ceccarelli da Cesena: «Ci stiamo preparando per il futuro». Gli fa eco il finanziere leccese Francesco Balsamo: «I miei figli sono disponibili, anche i più piccoli; ma quando sgarrano, gli faccio la multa» Il diavolo se ne dimentica, e forse non è un caso, ma i coperchi sono utili. Per esempio riducono i tempi di cottura dei cibi e fanno risparmiare. Come le lampadine a basso consumo e i riduttori del flusso d’acqua. Piccoli stratagemmi quotidiani che fanno la differenza e guardano al pianeta che verrà. «Ovvero a quello che lasceremo ai nostri figli», precisa Marco Ceccarelli, poliziotto di Cesena che ha partecipato al progetto “Risparmia le energie”, lanciato un anno fa dalla Coop (che ne ha tracciato un bilancio nel corso del riminese Ecomondo con un convegno intitolato “Così si fa! Coop, i suoi consumatori e suoi fornitori: insieme per il clima”). «Non bisogna pensare solo alle tasche», continua Ceccarelli, «ma soprattutto all’ambiente e alla situazione veramente pericolosa che stiamo preparando per il futuro. Se andiamo avanti così ci scontreremo contro un muro».

il corso di formazione
La sua è una delle 1500 famiglie che si sono confrontate sul blog di www.risparmialeenergie.e-coop.it, hanno fatto comunità (on line) per scoprire come ridurre lo spreco e allearsi per l’ambiente. Impegnandosi in un percorso di informazione (tramite materiali informativi, fra cui il Diario di bordo, ed esperti-tutor messi a disposizione da Coop). Un anno per maturare una diversa consapevolezza ecologista giacché, come spiega un altro partecipante, il 35enne varesino Edoardo Pagani, «al di là della normativa, contano i comportamenti: puoi anche mettere una lampadina energetica ma se la lasci accesa per ore?». Era del resto proprio questo l’obiettivo della campagna Coop (cui hanno aderito Legambiente, Wwf e Greenpeace): far sì che dentro le mura domestiche accadesse una piccola rivoluzione. Per affrontare la quale le famiglie volontarie sono state chiamate a rispondere a questionari, per stabilire il punto di partenza, e a sottoporsi a monitoraggi trimestrali per verificare i progressi.

Il diario di bordo
I miglioramenti in genere ci sono stati. Lo conferma il leccese Francesco Balsamo, 5 figli: «Non lasciando gli elettrodomestici in stand-by, riciclando l’acqua per esempio di cottura della pasta per lavare i piatti e adottando tanti piccoli stratagemmi, siamo riusciti a contenere ulteriormente i costi. Quanto al progetto della Coop ce ne dovrebbero essere di più: si parla troppo poco di questi temi». «D’altra parte è importante occuparsi giorno dopo giorno del consumo energetico, compilando ad esempio il Diario di bordo, annotando i progressi che si stanno facendo. In questo modo ci si può creare una tabella di marcia e tenerla sotto controllo», gli fa eco Ceccarelli. Va da sé che non tutto dipende dalla volontà dei singoli. «Vivendo in condominio», spiega Pagani, «le iniziative strutturali vanno decise assieme agli altri e non sempre è semplice trovare una intesa. Una difficoltà che vivo anche nella mia professione di architetto». Quanto all’impegno necessario, tutti i partecipanti all’iniziativa Coop minimizzano. Il tempo richiesto è poco, veramente contenuti i sacrifici e grande la soddisfazione (ad esempio quando si scopre l’ennesimo stratagemma amico dell’ambiente). Qualcuno addirittura segnala momenti giocosi. È il finanziere Balsamo che sottolinea la collaborazione al progetto da parte dei suoi figli: «Sono stati tutti disponibili, anche i più piccoli. Certo è capitato che abbiano dimenticato una luce accesa. Io allora li ammonivo scherzosamente: guarda che ti faccio la multa?».

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