L'appello
La Commissione Ue: in Europa non c’è posto per l’odio
Ursula von der Layen e Josep Borrell promuovono una "comunicazione" per combattere l'odio in tutte le sue forme e rafforzare l'azione politica europea in tema di sicurezza, digitale, istruzione, cultura e sport
la Commissione e l’Alto rappresentante hanno adottato un appello dal titolo Non c’è posto per l’odio: un’Europa unita contro l’odio. È una esortazione all’azione rivolta a tutti gli europei affinché si oppongano all’odio e sostengano la tolleranza e il rispetto. Nelle ultime settimane, infatti, l’Europa sta registrando un aumento allarmante dei discorsi e dei crimini generati dall’odio e le prove dimostrano che le comunità ebraiche e musulmane sono particolarmente colpite.
L’Europa è un luogo in cui vengono onorate le diverse identità culturali e religiose. Rispetto e tolleranza sono i valori fondanti delle nostre società
– Ursula von der Layen, presidente della Commissione europea
La Commissione e l’Alto rappresentante stanno dunque intensificando gli sforzi per combattere l’odio in tutte le sue forme, rafforzando l’azione in una serie di politiche, tra cui sicurezza, digitale, istruzione, cultura e sport. Ciò include anche finanziamenti aggiuntivi per proteggere i luoghi di culto e sarà supportato dalla designazione di inviati con un mandato esplicito per massimizzare il potenziale delle politiche dell’Unione europea-Ue per combattere l’odio.
«L’Europa è un luogo in cui vengono onorate le diverse identità culturali e religiose. Rispetto e tolleranza sono i valori fondanti delle nostre società. Dobbiamo quindi opporci all’antisemitismo e all’odio anti-musulmano, ogni volta che lo incontriamo. La dignità e la sicurezza di ogni singolo individuo nella nostra Unione sono fondamentali», rafforza la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, mentre per l’Alto rappresentante, Josep Borrell, «Tragicamente, la storia si ripete. Conflitti e disinformazione in tutto il mondo stanno seminando i semi dell’odio. Tutte le persone devono essere protette e rispettate, indipendentemente dalla loro religione o credo, nazionalità, sesso, razza o qualsiasi altro pretesto utilizzato impropriamente per incitare alla discriminazione, all’odio o alla violenza. Mentre ci avviciniamo al 75° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, non possiamo commettere gli stessi errori del passato».
Proteggere persone e luoghi
La Commissione anticiperà al 2023 il bando del fondo sicurezza interna, inizialmente previsto per il 2024, con particolare attenzione ai luoghi di culto ebraici, perché la tutela delle persone e degli spazi pubblici è una priorità.
Per proteggersi dalle minacce online, la Commissione spingerà per un codice di condotta rafforzato per contrastare l’illecito incitamento all’odio online entro febbraio 2024. Rafforzerà inoltre la sua cooperazione con le organizzazioni della società civile, gli esperti, i segnalatori attendibili e le autorità pubbliche per individuare i discorsi di incitamento all’odio online.
Coinvolgere la società nel suo insieme
Il lavoro dei coordinatori della Commissione per l’antirazzismo, la lotta all’antisemitismo, la promozione della vita ebraica e la lotta all’odio anti-musulmano avranno adesso il ruolo di “inviati”, con il mandato specifico di approfondire il coordinamento, anche attraverso progetti specifici finanziati dall’Ue, e massimizzare il potenziale delle politiche dell’UE per combattere l’odio, online e offline.
Per i media, invece, la Commissione sosterrà corsi di formazione per giornalisti sul rispetto degli standard dei media e sul riconoscimento dell’incitamento all’odio, intensificherà inoltre il sostegno ai fact checker, all’interno dell’Ue e nel mondo di lingua araba.
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Prossimi passi
All’inizio del 2024 la Commissione organizzerà una conferenza contro l’odio alla quale parteciperanno tanti attori a diverso livello impegnati nella lotta contro l’odio e la discriminazione. Seguiranno dialoghi europei per la riconciliazione, che riuniranno i cittadini di tutta l’Ue, in particolare i giovani, con decisori, esperti e membri delle comunità più colpite. Questo processo culminerà in raccomandazioni su come costruire ponti tra comunità fratturate e dare vita al motto dell’Ue di vivere Uniti nella diversità.
Sfondo
La Commissione è molto chiara: i reati generati dall’odio e l’incitamento all’odio vanno contro i valori fondamentali europei del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, come sanciti dall’articolo 2 del trattato. Negli ultimi anni la Commissione ha lavorato su una serie di leggi e iniziative per promuovere e proteggere i nostri valori comuni e i nostri diritti fondamentali. L’atto legislativo principale è la decisione quadro del 2008 sulla lotta al razzismo e alla xenofobia , che garantisce che le gravi manifestazioni di razzismo e xenofobia siano punibili con sanzioni penali effettive, proporzionate e dissuasive.
Tragicamente, la storia si ripete. Conflitti e disinformazione in tutto il mondo stanno seminando i semi dell’odio. Tutte le persone devono essere protette e rispettate, non possiamo ripetere gli errori del passato
– Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Ue
Proteggere le democrazie europee dalle minacce e dagli effetti dannosi della disinformazione e della manipolazione e interferenza delle informazioni, anche derivanti da attori stranieri, è diventata una priorità strategica per l’Ue. Nell’ambito del Piano d’azione europeo per la democrazia (EDAP) , la Commissione e l’Alto rappresentante hanno sviluppato una serie di misure per contrastare la disinformazione.
Attraverso l’applicazione del Digital services act-Dsa (legge sui servizi digitali, ndr) e il rafforzamento del codice di condotta contro l’incitamento all’odio illegale verranno adottati ulteriori passi decisivi per garantire che ciò che è illegale offline venga trattato come tale anche online. Il Dsa prevede infatti obblighi rigorosi per le piattaforme online per contrastare i contenuti illegali. Sarà applicabile a tutte le piattaforme dal 17 febbraio 2024, ma si applica già a 19 piattaforme online e motori di ricerca designati di grandi dimensioni.
Ai sensi del Dsa, la Commissione aveva inviato a metà ottobre una richiesta formale di informazioni a X, Meta e TikTok sulla presunta diffusione di contenuti illegali e disinformazione, e in particolare sulla diffusione di contenuti terroristici e violenti e di incitamento all’odio.
Per rafforzare questo quadro, nel dicembre 2021 la Commissione ha anche proposto di estendere l’attuale elenco dei “crimini dell’UE” stabiliti nei trattati all’incitamento all’odio e ai crimini generati dall’odio ed ha già realizzato la maggior parte delle azioni previste dalla sua prima strategia dell’UE sui diritti delle vittime (2020-2025) per garantire che tutte le vittime nell’UE possano beneficiare pienamente dei loro diritti ai sensi del diritto comunitario.
La comunicazione su un’Europa unita contro l’odio fa anche seguito al piano d’azione dell’UE contro il razzismo 2020-2025 , alla strategia per combattere l’antisemitismo e promuovere la vita ebraica nell’UE , nonché alla strategia per l’uguaglianza di genere 2020-2025 . la strategia per l’uguaglianza LGBTIQ 2020-2025 , la strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030 e il quadro strategico dell’UE per i rom per l’uguaglianza, l’inclusione e la partecipazione 2020-2030.
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