Cultura

La Commissione Povertà di Revelli si presenta… col botto

Attacchi al governo precedente e un chiaro programma di lavoro: «Terremo alta la guardia»

di Gabriella Meroni

Si è presentata oggi la nuova Commissione Povertà, presieduta dal professor Marco Revelli. Oggi si è svolta la prima riunione, cui ha partecipato il presidente del Consiglio Prodi. Al termine si è svolta una conferenza stampa, di cui vi proponiamo una sintesi. Romano Prodi Oggi la Commissione povertà vive un nuovo inizio, cui voglio dare solennità. La commissione analizza la gravità della situazione di una gran parte del paese, che comprende milioni di italiani, e io sono qui per sottolineare la grandissima importanza di questo organismo. Il nostro è un paese in cui la povertà è aumentata, e così pure la differenziazione tra ricchi e poveri, ed è questa la ragione per cui il mio governo ha indirizzato tutte le risorse, o quasi tutte, del sociale verso le categorie dei più poveri: famiglie numerose, disoccupati, non autosufficienti, anzian. Questo orientamento, che ha procurato anche critiche al governo, è stato una scelta politica, perché la povertà è aumentata negli ultimi cinque anni in particolare in Italia. Noi ci attendiamo da questa commissione non solo l?indicazione dei punti fragili o delle anomalie, ma suggerimenti che entrino nel dibattito politico: sul reddito minimo di cittadinanza, che un paese moderno e democratico non può non considerare, anche se non è certo l?unico problema di redistribuzione del reddito; sulla caduta del potere di acquisto, che riguarda anche chi lavora e non può essere definito tecnicamente povero ma se continua così entrerà nella categoria dei poveri. Mi aspetto quindi indicazioni, professor Revelli, e anche analisi provocatorie, perché abbiamo bisogno di risvegliare l?attenzione degli italiani su questi problemi. I poveri non hanno voce o hanno scarsa voce, non hanno lobbies, quindi qualcuno deve essere il loro avvocato in modo intelligente, sereno e forte. Mi aspetto che la commissione sia questo avvocato. Marco Revelli Non mancheremo di raccogiere l?invto che il presidente ci ha rivolto. Vogliamo tenere la guardia alta su questo tema drammatico, per questo abbiamo accolto con molto piacere l?occasione di questo incontro anche perché non è consueto che un presidente del Consiglio riceva la commissione povertà all?inizio dei suoi lavori. Abbiamo interpretato questo come un segno di sensibilità e ce ne compiacciamo. Abbiamo fatto presente a Prodi un quadro preoccupante, perché questo è nostro compito: gli abbiamo detto che ci preoccupano le dimensioni generali del fenomeno che tutti conosciamo: 2,5 milioni di famiglie sotto la soglia di povertà relativa, pari a 7,5 milioni persone, il 13% della popolazione, concentrata per il 70% al sud; ci preoccupano ancora di più le 900mila famiglie in povertà assoluta, con meno di 530 euro al mese, il 5% degli italiani e il 20% della popolazione del sud; ci preoccupano queste cifre ma anche di più i dati di tendenza, quello che ci aspetta. La disoccupazione e l?emarginazione infatti, dopo il peggioramento netto del quinquennio 2001-2006, sotto il governo di centrodestra, non sono diminuite, e oltre a essere più poveri gli italiani sono più diseguali. L?italia è tra i paesi in cui il rischio povertà è più alto in UE – abbiamo 4 punti percentuali in più della media europea in questo senso. La prospettiva peggiore riguarda gli anziani: è una mina sociale, perché gli ultra65enni in Italia sono più di 12 milioni e cresceranno rapidamente; 3 milioni di loro vivono da soli, 2,3 milioni sono disabili e chiedono assistenza; nei prossimi 15 anni gli ultra85enni raddoppieranno, e se finora il fenomeno è stato tamponato grazie a quelle figure di migranti che chiamiamo badanti, a breve il nostro sistema di welfare mostrerà falle gravissime. Ci preoccupano poi i working poors, i poveri che sono poveri pur lavorando, e ci preoccupa la debolezza delle poiltiche di contrasto. Il governo Berlusconi era riuscito a spostatare il 2-3% delle risorse dai poveri ai ricchi, i governi di cetnrosinistra hanno spostato l?equivalente dai ricchi ai poveri, ma si tratta di briciole. Il nostro paese è tra i pochi in Europa, con Grecia e Ungheria, che non possiede il reddito minimo garantito su base nazionale; il precedente governo aveva ipotizzato un provvedimento terribile che si chiamava reddito di ultima istanza, ma neppure oggi è in vista un intervento organico e questo ci preoccupa. Noi lavoreremo sul terreno della valutazione di impatto di ciò che si fa, e delle raccomandazioni; ricercheremo ipotesi di lavoro in rapporto diretto con le istitutizioni, in primo luogo col governo. Non vogliamo essere una commissione che registra dati, ma che propone, lavora e incalza, vogliamo tenere alta la guardia e fare pressione anche sui media, che spesso trascurano la povertà. Questo sarà il nostro compito. Paolo Ferrero Quando, 25 anni fa, ero un giovane cassintegrato della Fiat, facevo un giornalino sindacale, ?La spina nel fianco?. La commissione povertà deve essere per il governo la stessa cosa: il suo compito non è fare ?validazione sociale? delle politiche del governo, ma segnalare i punti di interesse di chi non ha voce, essere avvocato degli ultimi e proporci delle soluzioni, magari anche litigando col governo se il governo non è in grado di fare ciò che va fatto.


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