La Colombia ha votato l'altroieri per il cambiamento, aprendo uno scenario senza precedenti nella sua storia: due candidati populisti con ideologie profondamente antagoniste si contenderanno la presidenza del Paese al secondo turno, che si terrà il 19 giugno.
Da un lato Rodolfo, come lo chiamano tutti, ovvero il milionario eccentrico e anti-establishment Hernández, che promette di porre fine alla corruzione, di non riscuotere il suo stipendio e di ridurre drasticamente la spesa statale. Ha detto che se vince eliminerà i modelli sanitari esistenti per fornire una copertura universale, così come l'istruzione superiore gratuita, aprirà relazioni consolari con il Venezuela e ridurrà il numero di ambasciate colombiane all'estero. Inoltre, se eletto, ha promesso che includerà l'ELN nell'accordo di pace, senza negoziati preliminari e legalizzerà le droghe in Colombia.
Dall’altro l'ex guerrigliero Gustavo Petro, che promette un cambiamento del modello produttivo e del regime fiscale, maggiori investimenti sociali, la ristrutturazione della polizia, il rispetto dell'Accordo di pace e il ripristino delle relazioni con il Venezuela. Se vince ha promesso che rispetterà gli obblighi nei confronti del Fondo Monetario Internazionale, rivedrà la guerra contro il narcotraffico ed è favorevole a negoziare la pace con i guerriglieri dell’ELN.
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