Politica

La coalizione del sociale a confronto con il governo

Le conclusioni della due giorni di Roma

di Giuseppe Frangi

La due giorni sul futuro del welfare (Cresce il welfare, cresce l’Italia) organizzata a Roma da un cartello molto largo di organizzazioni sociali, con Legacoopsociali e Cgil in prima fila, si è chiusa con una tavola rotonda alla presenza del sottosegretario Maria Cecilia Guerra. Come ha detto la rappresentante della Cgil Vera Lamonica, la due  giorni ha messo in luce la presenza organizzata di una coalizione che con sensibilità diverse ha comunque messo il tema del welfare in testa alle  proprie priorità. E che è pronta a portare non la protesta ma un contributo di idee e di soluzioni in chiave positiva.

Pietro Barbieri, presidente della Fish, ha sottolineato come l’arretramento delle politiche sociali non sia un fenomeno solo italiano. “Mi ha colpito che in Grecia di fronte alla crisi di risorse la prima parola d’ordine lanciata sia stata la caccia ai falsi invalidi. E proprio nei giorni scorsi anche Cameron è partito all’offensiva sullo stesso tema. Anche gli StatiUniti non sono da meno: il congresso sta discutendo una delega fiscale molto simile a quella del governo Berlusconi, vincolata alle riduzioni della spesa assistenziale. Dobbiamo rendeci comto di questo, per capi che la sfida è innanzitutto culturale”.

Un concetto confermato da Maria Cecilia Guerra: ” quando mi chiamano i giornalisti mi accorgo che ormai l’unica accezione di spesa sociale è quella legata ad articolo 18 o agli ammortizzatori. Su tutto il resto è calata un’assoluta ignoranza delle questioni, che sono state derubricate dall’informazione come marginali. Non dobbiamo stupirci perciò se poi non si trovano le risorse. È proprio l’orizzonte culturale il primo ostacolo nel momento in cui si affronta il tema del welfare”. Ha continuato il sottosegretario: “Siamo di fronte a una schizofrenia collettiva. La prima risposta sull’urgenza di mettere le politiche di welfare come priorità deve venire proprio dalla collettività”.

Guerra ha poi confermato che il reddito minimo per ora non è nell’agenda del governo, mentre davanti ad una platea un po’ perplessa ha difeso la social card nella formula rinnovata varata dal governo Monti, per la quale sono stati stanziati 50milioni di euro.

Alla tavola rotonda era presente anche Andrea Olivero, protavoce del Forum, che si è detto pronto a lavora a un nuovo tavolo sulla legge 328. Dall’assessore alle politiche sociali di Genova invece è arrivato un allarme drammatico: “il mio comune ha messo le spese sociali sempre al primo posto. Ma ora non ce la facciamo più, non riusciamo più a rispondere a bisogni elementari. Dei nuovi bisogni non se ne parla. Ci sono famiglie che non riescono più a pagare neanche gli affitti delle case popolari. Mentre si sta diffondendo il fenomeno di anziani che vendono la nuda proprietà della loro casa per poter andare avanti. Non voglio immaginare cosa accadrà quando si dovrà pagare l’Imu”. In collegamento video la sua collega di Torino aveva lanciato un allarme drammatico: “Dobbiamo tagliare le quote Rsa per gli anziani del comune di Torino”   


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