Welfare

La città ha perso 500mila residenti italiani

Il dato, dal 1980 ad oggi, mostra un incremento dell'835% dei residenti stranieri. Le parole del vicesindaco De Corato

di Redazione

“I  circa 9.000 nuovi residenti stranieri  iscritti all’anagrafe nei primi 7 mesi del 2010, a fronte di una perdita di 2 mila italiani riflette un trend che nel lungo periodo ha numeri che dovrebbero farci interrogare sul futuro della nostra città.

Inizia così l’intervento che il vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato, ha pubblicato sul sito del capoluogo lombardo. Secondo il Servizio Statistica, in trent’anni Milano ha perso il 32% degli italiani. Mentre contemporaneamente gli stranieri sono cresciuti dell’835%. Ben 528 mila milanesi (da 1.663.361 a 1.105.31) hanno lasciato la città, mentre sono arrivati 185 mila stranieri (da 22.238 a 208.021).

“Investire nell’integrazione è uno slogan facile”, dichiara De Corato. “Ma tradotto in pratica significa costi sociali, economici e per la sicurezza a carico dei Comuni sempre più alti. La via d’uscita non è dire sì o no all’ immigrazione, ma l’immigrazione sostenibile”.

“Un concetto ribadito recentemente anche da una voce super partes come quella di Gian Carlo Blangiardo, ricercatore della Fondazione Ismu. Che ha sottolineato come i ritmi di crescita della presenza di stranieri sono troppo alti rispetto alla capacità del sistema di rispondere adeguatamente. E dunque, se si vuole integrare gli immigrati, poiché le risorse sono comunque limitate, bisogna mettere in atto per il futuro il concetto di immigrazione sostenibile”. 

De Corato conclude il suo intervento esprimendo una posizione a difesa del presidente francese Sarkozy: “Con questi numeri è evidente che non si può transigere sull’immigrazione clandestina. Il cui costo sulla sicurezza è altissimo se si pensa che nelle città del Nord Italia (dunque anche  a Milano) 8 reati su 10 tra extracomunitari sono commessi da irregolari,  come ha rilevato il capo della Polizia di Stato Antonio Manganelli. E i rimpatri promossi da Sarkozy dei rom romeni nullafacenti, che hanno fatto tanto scalpore, in realtà sono ispirati sempre al concetto di immigrazione sostenibile. Perché è bene ricordare che sono attuati in base a una precisa direttiva europea. Che prescrive l’allontanamento, dopo 3 mesi di soggiorno, di chi non è in grado di autosostenersi e sfugge all’anagrafe vivendo da clandestino”.

“A tutela dunque degli Stati membri che poi devono sopportare i costi sociali ed economici determinati da chi non ha alcuna voglia di integrarsi, non lavora e vive di illeciti”, chiude il vicesindaco.”Milano, che ha operato 306 sgomberi dal 2007, auspica pertanto  che questa prassi venga ripresa e potenziata come ha anche promesso il ministro dell’Interno Maroni”.

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