La città di Moni Ovadia capitale della cultura

L’Italia sceglierà il 19 ottobre. La Bulgaria invece ha già deciso la sua capitale europea per la Cultura 2019: in lizza c’erano quattro città, Sofia, Varna e Veliko Tarnovo e Plodviv. L’ha spuntata quest’ultima, in una gara che in realtà è stata una gara a due con Sofia.

Nella motivazione resa nota dal il commissario (uscente) europeo per l’Istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, Androulla Vassiliou, si insite sulla caratteristica multietnica della città.

«Conoscendo Plodviv tutti potranno apprezzare anche le diversità culturali, la storia e i valori del nostro Continente», ha detto la Vassiliou. Una visione confermata dai vincitori, nel comunicato reso pubblico ieri: «Dal punto di vista storico, culturale ed economico, Plovdiv ha un ruolo importante nelle tendenze democratiche di decentramento in Bulgaria. Si tratta di un crocevia di etnie che vivono insieme in armonia e comprensione da secoli. Questo antico insediamento tra Oriente e Occidente con il suo incredibile centro storico rinascimentale, l’anfiteatro romano, questa città in cui le chiese e le moschee sono situate una accanto l’altra, guarda al futuro ed è consapevole delle sfide che la attendono per poter prendere con onore il proprio posto sulla lista delle Capitali Europee della Cultura».

Plodviv è una città ricca di storia (è l’antica Filippopoli), eretta capitale della Tracia dall’imperatore Marco Aurelio e conserva ancora numerosi e importanti resti romani. Una delle carte vincenti della sua candidatura è stata proprio l’aspetto di innovazione sociale contenuto nel suo dossier. Tra le altre cose è anche la città in cui nel 1946 è nato Moni Ovadia, com’è noto da una famiglia ebraica. Quest’anno le capitali europee sono la svedese Umea e Riga, capitale della Lettonia.