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La Cina non mi fa paura. La finanza s

Alberto Bombassei, titolare dell'azienda che fornisce i freni alla Ferrari, sfida la cultura delle rendita: "L'etica d'impresa? é il no ai facili guadagni"

di Francesco Maggio

La musica di Bach in costante sottofondo in una fonderia non te l?aspetti proprio. Ma nemmeno l?organizzazione degli spazi così ?a misura d?uomo?. E un amore per il prodotto talmente diffuso tra le cosiddette maestranze che viene in mente il consiglio dato una volta da Enrico Cuccia all?allora presidente dell?Iri, Romano Prodi di «non visitare gli stabilimenti altrimenti ci si affeziona». E si perde, questo il senso di quel monito, la lucidità necessaria per prendere, se necessario, drastiche decisioni occupazionali. Non è certo questo il caso. Non perché visitando la nuova fonderia Brembo di Dabrowa, in Polonia, inaugurata alla presenza di Giulio Tremonti e Grzegorz Wozniac, ministro dell?Economia italiano l?uno e polacco l?altro, non ci si affezioni subito a questo bel simbolo dell?intrapresa economica di cui sono capaci alcuni nostri imprenditori seri. Bensì perché qui è proprio l?attenzione alla centralità dell?uomo il vero fattore competitivo dell?azienda bergamasca leader nella produzione di sistemi frenanti d?alta gamma. «Siamo in Polonia ormai da dieci anni con lo stabilimento di Czestochowa», sottolinea Alberto Bombassei, presidente della Brembo e vicepresidente di Confindustria, «e non abbiamo mai avuto una sola ora di sciopero. Con questo nuovo impianto, che ha richiesto 45 milioni di euro di investimenti, diamo vita a uno dei poli tecnologici del disco più avanzati in Europa. E un simile risultato non sarebbe mai stato possibile se non fossimo portatori di una cultura d?impresa ben precisa».
Vita: Quale?
Alberto Bombassei: è molto semplice. Quando nel 1961 mio padre fondò l?azienda, le difficoltà che ha dovuto affrontare non erano certo inferiori a quelle che può incontrare oggi un imprenditore animato da volontà e buone intenzioni. Ma con coraggio, spirito di sacrificio, umiltà ed onestà è riuscito a raggiungere i traguardi che si era prefisso. Lo stesso facciamo oggi, rimanendo ancorati ai fondamentali, puntando sulla qualità e non cercando facili scorciatoie.
Vita: Perché, secondo lei, a tanti imprenditori oggi manca l?amore per il prodotto?
Bombassei: Perché non di rado sono distratti da facili rendite. è evidente che se un imprenditore che passa 12 ore al giorno in azienda vede che un collega guadagna con la finanza quanto lui ottiene in un anno, tutto questo si rivela decisamente diseducativo. Ha fatto bene, in proposito, Montezemolo a spronarci a tornare a investire e a mettere ai posti di comando persone competenti, non necessariamente figli e parenti.
Vita: Cos?è per lei l?etica d?impresa?
Bombassei: L?esatto opposto dei facili guadagni, della furbizia elevata a virtù, delle scorciatoie al posto della retta via. Basta guardare a quanto avvenuto di recente in campo finanziario e immobiliare. E invece non mi stancherò mai di affermare che valori morali solidi, testimoniati quotidianamente nella vita d?azienda, alla lunga pagano. E anche bene.
Vita: Anche se la concorrenza dei competitors, si pensi alla Cina, avviene con comportamenti non sempre cristallini?
Bombassei: A maggior ragione urge un forte richiamo al rispetto delle regole. Ci vuole uno sforzo da parte di tutti, a cominciare dalla politica, nazionale ed europea. Purtroppo in Europa abbondano le lobby. Ad eccezione dell?Italia e della Germania che producono ancora più del 20% del Pil dal manifatturiero, negli altri paesi sono i servizi a rappresentare il nocciolo duro della produzione. Da qui l?anarchia commerciale che impera.

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