Welfare

La Cina assolta dall’Onu: una sentenza beffa

La Cina è il Paese che esegue il maggior numero di condanne a morte, eppure per nove volte ha evitato la condanna dell’Onu

di Redazione

«È una grande vergogna, uno scandalo che vi siano dei Paesi dei quali non si può neanche parlare». Così Daniele Scaglione, presidente della sezione italiana di Amnesty International ha commentato la decisione della Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani di non votare la risoluzione di condanna nei confronti della Cina. Per la nona volta consecutiva Pechino si è salvata con una mozione di ?no action? per le violazioni dei diritti umani quotidianamente perpetrate in Cina, con 22 voti a favore, 18 contrari e 12 astensioni. «Ci sono Paesi che sembrano intoccabili», ha ribadito Scaglione. «E la Cina è uno di questi, malgrado sia il Paese con il numero più alto in assoluto di esecuzioni, dove la tortura è diffusa e dove si viene incarcerati per motivi di opinione». In questo modo la Commissione Onu, ha riferito Scaglione, perde ogni anno sempre più autorevolezza. La risoluzione di condanna era stata presentata dagli Stati Uniti e la mozione di ?no action? secondo Scaglione dimostra che «non è così vero che gli Stati Uniti facciano il bello e cattivo tempo all’Onu, o meglio lo fanno nella misura in cui gli altri Paesi glielo permettono». Dei 18 paesi contrari, e che quindi volevano che la risoluzione di condanna arrivasse alla votazione, fanno parte tutti i Paesi della Ue, che però si sono rifiutati di diventare co-sponsor della risoluzione. «Forse l?Ue sperava che la mozione venisse portata avanti da altri Paesi», commenta ancora Scaglione. «Poteva però darsi più da fare». Per maggiori informazioni contattare Amnesty al numero 06.44901, www.amnesty.it


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