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«La chiesa ormai è un potere che frena»

L'analisi di Massimo Cacciari sull'addio di Benedetto XVI. E sul conflitto ormai insanabile tra dimensione della "croce" e dimensione del "katechon"

di Marco Dotti

In un passaggio enigmatico della Seconda lettera ai Tessalonicesi (2, 6-7), San Paolo parla di  qualcosa o qualcuno che «contiene», «trattiene», «frena» – in greco: to katechon – l’arrivo del vento dell’empietà. Scrive infatti San Paolo: «il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene». Questa categoria del "potere che frena" è da tempo in crisi. La crisi del katechon, ossia del potere che frena, trattiene e contiene ci è apparsa chiara nel Novecento, attraverso la crisi dello Stato.

Professor Massimo Cacciari, oggi tocca alla Chiesa?
«Ci siamo affacciati al Novecento con una grande crisi: la crisi della forma-Stato. E oggi, che cosa possiamo dire? In questo grande processo di dissoluzione delle forme del potere che frena, le forme del katechon, quelle che connotano la matrice della nostra riflessione teologico-politica, possiamo dire che la Chiesa, che ha avuto una sua dimensione “katecontica”, ce la fa? Ce la fa, intedo, a “tenere ancora”? La decisione di Ratzinger che cosa ci dice? Perché Ratzinger si dimette? Non è un segno o una lucida dichiarazione di impotenza a reggere una funzione katecontica? Ratzinger dice: continuerò a essere sulla croce. Quindi, la dimensione religiosa rimane. Ma la dimensione katecontica? Simbolo della Chiesa era, assieme, Croce e katechon. Davvero, il segno di queste dimissioni, a saperlo vedere in tutta la sua prospettiva è davvero grandioso perché viviamo in un'epoca in cui lo Stato ha già dichiarato la sua crisi e ora tocca alla Chiesa. Ma la Chiesa nella sua dimensione di “potere che frena”. Ratzinger – ne sono convinto – appare consapevole di questo. Continua a essere sulla croce, ma si dimette. Continua a essere Papa in quanto crocefisso».

Allora perché si dimette?
«Perché non riesce più a contenere le potenze anticristiche, anche all'interno della stessa Chiesa. Come diceva Agostino, gli anticristi sono in noi. Questa decisione fa tutt'uno con la crisi del Politico, del katechon politico, del potere che frena. Questa è una lettura della decisione di Ratzinger, se vogliamo leggerla in tutta la sua serietà».

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