Non profit
La chiesa non ci sta e compra due debiti
Una raccolta di fondi promossa dalla Cei per pagare quanto dovuto da Zambia e Guinea. E la gente ha aderito oltre ogni previsione
di Redazione
Il debito al posto dei Paesi poveri? Cominciamo a pagarlo noi. È il gesto che la Chiesa italiana ha scelto, attraverso la Campagna promossa dalla Conferenza episcopale italiana (Cei), per rendere convincente la richiesta di cancellazione del debito estero. Si tratta della raccolta, da realizzarsi entro la fine dell?anno, di 100 miliardi che serviranno a liberare dal debito due tra i Paesi più poveri del mondo, lo Zambia e la Guinea Conakry, in cambio dell?impegno da parte dei governi dei due Paesi africani ad investire in progetti di sviluppo. È forse l?aspetto più visibile di una Campagna che, sottolineano gli organizzatori, mira soprattutto a promuovere stili di vita nuovi e più giusti.
Sono 180 finora le diocesi italiane coinvolte, 24 mila le parrocchie, più tutte le associazioni, i gruppi, i movimenti. «La partecipazione delle comunità alla Campagna per la remissione del debito estero dei Paesi più poveri è stata sorprendente», dice Luca Jahier, segretario generale del Comitato ecclesiale italiano per la riduzione del debito estero ai Paesi più poveri che dal novembre 1999 sta coordinando la Campagna. «Le persone impegnate sul territorio ormai sono nell?ordine di oltre un milione», continua. «L?informazione a livello personale sul problema del debito si è trasformata in una vera e propria militanza per far conoscere attraverso incontri, discussioni, itinerari di formazione il meccanismo che soffoca i Paesi più poveri della terra. Da parte della gente c?è stato un grandissimo interesse, un desiderio di capire e poi di impegnarsi in questa attività di sensibilizzazione. Sono tutte persone che fino a qualche mese fa non sapevano nulla di debito estero».
L?obiettivo di informare le comunità cristiane sul debito e sui suoi meccanismi e di creare una coscienza capillare e diffusa del problema è il primo dei tre obiettivi che si propone la Campagna. Il secondo è quello di premere sul Governo italiano e sul Parlamento perché siano messi in atto interventi di cancellazione del debito dei Paesi poveri. «Il fatto che così tante comunità locali, comuni e province si siano mobilitati organizzando incontri e dibattiti», prosegue Jahier, «è un segnale importante, e contribuisce in modo notevole alla pressione politica che questa mobilitazione per la cancellazione sta portando avanti. Anche l?ultimo atto del governo italiano nei confronti del Marocco, per cui il condono di parte del debito è stato vincolato alla realizzazione di progetti di sviluppo testimonia una condivisione più decisa da parte delle istituzioni della linea proposta anche dalla Campagna».
Alla cifra con cui il Comitato ecclesiale pagherà al governo italiano il debito di Zambia e Guinea Conakry corrisponderà un fondo di contropartita in valuta locale versato dai governi di quei Paesi per progetti di sviluppo, che verrà amministrato dalla Chiesa locale e dalle associazioni più affidabili della società civile. Ma quanto si è raccolto finora? «Non abbiamo ancora dati precisi sulla raccolta che c?è stata nel periodo della quaresima» risponde Jahier. «Sappiamo però che sui conti nazionali della Campagna ci sono già oltre 2 miliardi e che gli obiettivi di raccolta fondi che le singole diocesi si erano posti in molti casi stanno per essere raggiunti. Se si tiene conto che la raccolta andrà avanti tutto l?anno e verrà proposta anche durante le celebrazioni giubilari possiamo dire di essere a buon punto». Da qui all?estate, intanto, si moltiplicheranno gli incontri e le discussioni nelle associazioni sulle condizioni di vita nei Paesi in cui la somma che ogni anno viene pagata per il debito supera gli investimenti per la sanità e l?istruzione. «Il risultato più significativo raggiunto dalle campagne per la cancellazione del debito», sottolinea Soana Tortora delle Acli, membro del Comitato ecclesiale, “è che la questione del debito, da tema riservato agli specialisti è diventato argomento di conversazione quotidiana. È servito ad aprire gli occhi sulla disparità fra il nostro stile di vita e la povertà della maggior parte degli abitanti del pianeta. Purtroppo il sipario che si è sollevato rischia di ricadere molto presto se mancano dei gesti visibili che tengano viva l?attenzione. Anche i passi della legge per la cancellazione del debito, spente le luci di Sanremo, sono diventati lenti, lentissimi”.
Per informazioni sulla campagna e per aderire:
tel. 06.66398433.
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