Cultura

La Chiesa apre ad Obama

Il vescovo di Atlanta: è un incoraggiamento alla scelta din papa nero

di Giuseppe Frangi

Nella foto, Benedetto XVI con il cardinale di Chicago Francis George

«Un’occasione storica, una scelta che unisce», questa la sostanza del messaggio inviato da papa Benedetto XVI al neo presidente americano.  In un telegramma trasmesso ieri attraverso l’ambasciatore statunitense presso la Santa Sede, Mary Ann Glendon, il Papa assicura a Obama le sue preghiere affinché Dio lo assista nelle sue «alte responsabilità al servizio della nazione e nella comunità internazionale. Possano le abbondanti benedizioni del Signore “sostenere lei e l’amato popolo americano nei vostri sforzi, insieme a tutti gli uomini e alle donne di buona volontà, per costruire un mondo di pace, solidarietà e giustizia».

Segno di una svolta? Dopo gli anni dominati dall’egemnia teocon e delle sette evangeliche, è chiaro che oggi ci si trova danati ad uno scenario del tutto nuovo. L’America ha scelto per un approccio più laico e meno fondamentalista alle grandi questioni della società.  Le minoranze si sento più rappresnatte, l’altro mondo, il grande mondo che è salito sugli ultimi vagoni dello sviluppo o addirittura ha perso quel treno, si sente meno marginale. L’America gretta formato Palin è uscita sconfitta. E questo non può essere un fattore che lascia indifferente la chiesa. Che, con realsimo, sembra aver colto immediatamente il segnale.


I vescovi americani
I Vescovi cattolici degli Stati Uniti definiscono l’elezione a Presidente del Paese del primo afroamericano un momento “storico”.  «Il nostro Paese affronta molte incertezze”, dice il messaggio inviato ad Obama. «Preghiamo perché usi il potere che il suo ufficio le conferisce per affrontarle, con una preoccupazione speciale per la difesa dei più vulnerabili tra noi e per il superamento delle divisioni nel nostro Paese e nel nostro mondo”. I Vescovi dichiarano al Presidente eletto la propria disponibilità “ a collaborare in difesa e a sostegno della vita e della dignità di ogni persona umana”.
  Il messaggio è firmato dal Cardinale Francis George, Arcivescovo di Chicago e presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti.
«Il popolo del nostro Paese le ha affidato una grande responsabilità – ricordano –. Come Vescovi cattolici, le offriamo le nostre preghiere perché Dio le dia forza e saggezza per far fronte alle sfide future».
«Dio benedica lei e il vicepresidente eletto Biden ora che si preparano ad assumere le rispettive responsabilità al servizio del nostro Paese e dei suoi cittadini», termina il testo.
 
Anteprima di un papa nero
Intervistato dalla Stampa Wilton Daniel Gregory, arcivescovo metropolita di Atlanta, traccia un parallelo tra quello che è successo negli Stati Uniti e quello che potrebbe accadere in futuro in Vaticano. Gergory, che è anche presidente della conferenza episcopale degli Stati Uniti, primo uomo di colore a guidare la chiesa americana, spiega come l’elezione di Obama costituisca «un grande passo per l’umanità, il segno che negli Stati Uniti il tema della razza e il problema della discriminazione sono stati superati». «Se Obama alla Casa Bianca» continua «è come il primo uomo sulla Luna, sicuramente può accadere lo stesso sul soglio di Pietro. Non dimentichiamo che in conclave la saggezza dei cardinali è guidata dalla sapienza dello Spirito Santo». D’altra parte nota Gregory «anche la Chiesa ha fatto balzi in avanti impressionanti e i recenti pontificati hanno svolto un eccellente lavoro per rendere internazionale e cosmopolita la curia, portando a Roma membri di un grande spettro di razze e nazioni», dando così prova «della reale identità mondiale» della Chiesa.


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