Famiglia

La Cassazione conferma l’allontanamento del figlio da madre tossicodipendente

Lo ha stabilito la Suprema Corte, decidendo su una lunga vicenda che ha condotto allo stato di adottabilità del minore. Nonostante l'opposizione della madre e del nonno

di Benedetta Verrini

“Lo stato di abbandono sussiste non solo nell’ipotesi in cui la famiglia naturale non voglia o non possa occuparsi del minore, ma anche ogniqualvolta il minore non possa ricevere quel minimo di cure morali e materiali necessarie per il suo sviluppo armonico e sereno”: sulla base di questa motivazione la Cassazione ha confermato l’allontanamento di un minore dalla madre tossicodipendente. Per questo, il bambino può essere dato in affidamento. Lo ha stabilito la Prima Sezione Civile della Corte di Cassazione, con la sentenza 17198/2003, depositata in cancelleria lo scorso novembre. La Suprema Corte ha messo l’ultima parola su una lunga e dolorosa vicenda, quella di un bambino figlio di genitori tossicodipendenti ai quali il Tribunale di Torino aveva sospeso la patria potestà, avviando la procedura di adottabilità. La procedura era stata sospesa a seguito dei progressi della madre, che lo aveva riottenuto in affidamento, ma aveva poi ricominciato a drogarsi e per questo il piccolo era stato affidato ad un’altra famiglia. Nel 2001, nonostante l’opposizione anche del nonno materno, il minore è stato messo in stato di adottabilità. Inutile è stata la battaglia della donna che è arrivata fino in Cassazione sostenendo di non avere mai abbandonato il proprio figlio e di essere ricaduta nella droga per motrivi . Tuttavia, la Suprema Corte ha confermato l’adozione, rilevando che il comportamento della madre nei confronti del figlio non è stato costante nel tempo, “posto che la stessa ha alternato momenti di accettazione del bambino a momenti di ripulsa, dovuti quest?ultimi soprattutto alla sua sostanziale incapacità di gestirlo”.


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