Cultura

La carica delle piccole punta sul terzo settore

Banche. Ancora una semestrale record per le Bcc lombarde

di Christian Benna

Hanno scelto Rodi, terra del Colosso, una delle sette meraviglie dell?antichità, per fare l?elogio del piccolo. Un convegno studi, Efficienza in movimento targato Banche di credito cooperativo lombarde, che arriva dopo l?ondata planetaria di maxi-aggregazioni (e della sfumata unione tra Unipol e Bcc), acquisizioni, tonfi dolenti legati alla crisi subprime che hanno ridisegnato la mappa del credito, sia in Italia che all?estero. Il tutto mentre il piccolo mondo antico delle Bcc è ancora lì, con le sue radici attaccate al territorio, ma capace di prendersi parecchie soddisfazioni. Anche sul terreno dei colossi, dei big bancari.

Lo dicono i numeri in crescita a due cifre della federazione lombarda, con le sue 49 banche associate, 128mila soci, 5.359 dipendenti. Nel primo semestre 2007 la raccolta diretta supera i 22,9 miliardi di euro (+13%), gli impieghi raggiungono quota 19,4 miliardi (+12%). E non solo. Negli ultimi cinque anni i grandi istituti hanno perso consistenti quote di mercato (-4,3%), mentre medi e piccoli sono saliti del 4%. «I dati più che positivi presentati documentano il successo ottenuto dalle Bcc lombarde anche nel primo semestre del 2007», ha dichiarato Alessandro Azzi, presidente della Federazione lombarda delle Bcc. «Tale successo invita a riflettere, in epoca di grandi concentrazioni bancarie, sulla validità del modello di sviluppo proposto dal nostro sistema: un modello efficiente e competitivo, frutto della conoscenza che le Bcc hanno del territorio e di profonda coesione con esso. Questa nostra specificità è il vero valore e la vera differenza del nostro modo di fare banca. Un modo di fare banca unico e difficilmente replicabile».

Eppure c?è un dato ancora da aggiustare. Si tratta di quel 10% del mercato del terzo settore. Una quota importante, ma che il sistema delle Bcc potrebbe rapidamente raddoppiare vista la sintonia di missione con il non profit. Le ricette sul tavolo vanno «dall?intensificare il dialogo allo spostare ancora di più il baricentro in centri di maggiore dimensione». E anche saper approfittare della sfida della concorrenza, come lo sbarco a breve di un peso massimo del calibro di Banca Prossima, l?istituto di Intesa San Paolo dedicato al terzo settore. «Vogliamo crescere ancora nel terzo settore, a prescindere dall?arrivo di nuovi e grandi soggetti sul mercato». E poi ha aggiunto il presidente Azzi riferendosi a Banca Prossima: «Non so se l?offerta di una grande impresa possa essere più accattivante della molteplicità e capillarità delle Bcc, ad ogni modo non cambieremo i nostri modelli comportamentali perché siamo già competitivi».


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