Famiglia

La carica delle donne? Solo un pò di normalità

Fenomeni. Parla Lucia Fronza Crepaz, parlamentare e madre

di Sara De Carli

I primati imbattuti restano sempre meno. Ellen Johnson-Sirleaf, neopresidente della Liberia, è stata la prima presidente donna africana. Stesso primato, ma ristretto a un solo paese, il Cile, per Michelle Bachelet. Entrambe hanno battuto gli States, che un presidente donna non l?hanno mai avuto. Anche se c?è chi giura che le presidenziali del 2008 le correranno due donne, Hillary Clinton e Condoleezza Rice. Vita ne parla con Lucia Fronza Crepaz, parlamentare della Margherita e responsabile del Movimento politico per l?unità dei Focolarini di Chiara Lubich: l?unico movimento ecclesiale a cui il Papa ha garantito che avrà sempre una donna come guida. Vita: È l?ultimo passo dell?emancipazione femminile? Lucia Fronza Crepaz: Sì e no. Certo la donna ha preso sempre più coscienza di ciò che può fare, ma contemporaneamente si è anche creato un oggettivo spazio sociale e politico, un vuoto di idee che la donna si è trovata pronta ad occupare. Quindi non è solo una conquista, ma anche una richiesta storica. Vita: Può dargli un nome? Crepaz: Mancava la normalità: rapporti normali, vitali, fra vita privata e pubblica. Con vita privata intendo il vissuto quotidiano famigliare, associativo, sociale, quello che una donna che entra in politica non abbandona mai. Non è questione di cose che si fanno o di luoghi che si frequentano, è un atteggiamento mentale, scritto dentro la donna, che è fatta più per le persone che per le istituzioni. Vita: Non sembra un tratto innovativo? Crepaz: Dobbiamo intenderci bene. Io sono stata in politica, e per me è stato naturale coinvolgere la mia famiglia, perché volevo che fosse un progetto che la nostra famiglia – non solo io – aveva sposato. Questa cosa l?ho vista in tantissime altre donne. Questo dà alla politica una mitezza e una non invasività che le fa bene. Forse questa è la cosa principale, perché finora nella nostra società occidentale l?individuo è stato il metro delle cose, e oggi cominciamo a vedere la corda di una società così strutturata. La donna non ha come metro l?individuo, ma le relazioni. Per questo la presenza di donne in politica è un apporto importante per creare una società diversa, fondata sulle relazioni. Vita: Perciò la gente ha votato le donne? Crepaz: È un?esigenza diffusa, e immettere donne in politica può accelerare la trasformazione. La cosa interessante è che non è stata la politica ad accorgersene: è stato un processo contrario, dal basso. La gente ha avvertito questo bisogno e ha percepito che le donne possono essere la risposta. Non le donne votate dalle donne, ma la gente che fa una domanda diversa alla politica. Quindi non direi «è l?ora delle donne» e nemmeno «la donna come ultima chance»: accanto all?indispensabile apporto dell?uomo, serve l?indispensabile apporto della donna. Vita: E le quote rosa? Crepaz: Sono un po? allergica, come tante altre donne, perché una vorrebbe arrivare in un certo posto solo per merito. Però adesso la vedo come una cosa meno artificiale, forse accelerano un processo già in atto: la politica è così in crisi e i problemi sono così grossi che forse anche questa è una risposta. Vita: Lei ha parlato di mitezza. Però se pensiamo ad Angela Merkel e alle sue posizioni su Guantanamo e la Cecenia? Crepaz: Non intendevo quello. È che se la politica è il primum della tua vita, pensi di aver dato così tanto da poterti mettere al di sopra le regole. Invece se la politica è una delle cose della vita, ti metti al di sotto delle regole. In quanto al coraggio delle donne, ne abbiamo tantissimo: il coraggio di prendere posizione e del farlo anche da sole, senza alleati. La Merkel è stata coraggiosa nell?accettare la Grosse Koalitione, poteva anche tenere la crisi aperta per mesi. Le donne – soprattutto – hanno il coraggio di fare cose nuove. Vita: Questa novità dove ci può portare? Crepaz: A una metodologia nuova. A meno codici di comportamento e a tenere più ferma la barra sulle domande rivolte alla politica e sulla necessità di risposte. La prima novità che una donna porta è la ricerca della partecipazione: oggi c?è bisogno di rimettere in rapporto costante politica e società. Poi per una donna è più facile abbandonare la prospettiva partitica: la soluzione del problema è più importante del fatto che sia la ?mia? soluzione.


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